Cronache

Frustavano i figli per i brutti voti, coppia di indiani condannata

Genitori di origini indiane dovranno risarcire i due figli con 10mila euro ciascuno. Secondo i giudici, li percuotevano per i brutti voti a scuola. Ma loro: "solo qualche scappellotto"

Frustavano i figli per i brutti voti, coppia di indiani condannata

Se andavano male a scuola, li punivano con colpi di scopa e frustate con il cavo della corrente elettrica. Una coppia di origini indiane residente a Pavia è stata condannata a quattro mesi e mezzo (con pena sospesa) per abuso di mezzi di correzione nei confronti dei figli. Questi ultimi, un ragazzo 16enne e una ragazzina 12enne, dovranno pertanto essere risarciti con 10mila euro ciascuno. La vicenda, venuta a galla tre anni fa grazie a una denuncia degli stessi figli, è arrivata a un primo pronunciamento da parte della giustizia.

Inizialmente, per i due genitori era stata formulata l'accusa di maltrattamenti in famiglia, ma in un secondo momento il reato è stato derubricato ad abuso di mezzi di correzione. All'epoca dei fatti, le piccole vittime avevano rispettivamente 13 e 8 anni. A svelare per primo cosa accadeva tra le mura domestiche era stato il figlio più grande, che a scuola aveva trovato il coraggio di raccontare alle maestre il motivo di quei lividi sul corpo. Il tribunale dei minori di Milano aveva seguito i fatti, arrivando a disporre anche l'allontanamento dei due ragazzi dal nucleo familiare.

Sin dai primi accertamenti, i genitori avevano respinto le accuse, spiegando di aver dato solo qualche "scappellotto" ai bambini. Nessuna violenza, insomma. Ma secondo i giudici non accadeva questo: l'eccesso nei metodi correttivi ci sarebbe stato eccome. Secondo quanto illustrato durante l'udienza dalle legali che rappresentavano i figli, i voti scolastici ottenuti dai bambini erano peraltro sopra la sufficienza, dunque non potevano nemmeno essere considerati negativi. Eppure i genitori non li ritenevano comunque adeguati alle loro aspettative.

Il difensore della coppia di genitori sostiene però che nel frattempo sarebbe stato ricostruito un rapporto tra i due minori e la famiglia. Il legale ha dunque annunciato ricorso in appello per il capo d'accusa di abuso di mezzi di correzione.

La vicenda, insomma, non può ancora considerarsi chiusa.

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