"Faccio appello a tutti quei ragazzi che hanno subìto bullismo come la sottoscritta o che lo stanno subendo. Ma non solo anche a tutti quei ragazzi che oggi non sono qui con noi, ma sono lassù, che ci guardano dall'alto. Ora vi voglio raccontare la mia storia". Comincia così la lettera della studentessa 15enne bullizzata dai compagni di classe del liceo Paltone di Roma.
Presa in giro dalle compagne per un difetto motorio e per il suo taglio di capelli maschile, la giovane aveva persino smesso di andare a scuola. I genitori hanno presentato una querela contro i docenti e la preside che, a conoscenza delle umiliazioni, non avrebbero fatto niente per difendere la ragazza e mettere a tacere i bulli.
La lettera
Ora la giovane ha deciso di scrivere una lettera destinata a chi come lei è vittima di bullismo. "La pesantezza del mio anno scolastico non era dovuta alla quantità di compiti o studio, ma bensì dalle mie compagne di classe. Quando entravo dentro la scuola avevo gli occhi puntati addosso, sentivo risatine... Il mio nomignolo? Qual era? Lesbica. Quando l'ho saputo dentro di me è crollato il mondo. Soprattutto quando le mie professoresse e il dirigente scolastico ne erano venuti a conoscenza e non avevano mosso un dito".
"Questo nominativo di lesbica è andato avanti durante tutto il percorso scolastico, accompagnato da menomata e dalle minacce che ricevevo. Penso che questa sia stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, la mia decisione di non andare più a scuola".
"Sono crollata. Non riuscivo più a sostenere una situazione come quella. Non riuscivo a mettere neanche più piede in quella scuola. Ho deciso di parlare. Colei che mi ha ascoltata è stata mia madre.
È stato difficile raccontarlo perché ogni volta era come se rivivessi ogni singolo momento. Ho cercato allora di non commettere pazzie, di non entrare in quel tunnel senza uscita. Parlate, solo così possiamo vincere".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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