Cronache

"Buonanno ucciso come Haider per le sue idee": ecco i complottisti

Secondo Rosario Marcianò c'è qualcosa che non torna nell'incidente che ha provocato la morte dell'onorevole della Lega Nord, scomparso ieri pomeriggio

"Buonanno ucciso come Haider per le sue idee": ecco i complottisti

Sulla morte di Gianluca Buonanno - come ogni volta che si verifica un evento tragico all'improvviso - non potevano mancare le teorie complottiste di Rosario Marcianò.

Che in un post su Facebook ha provato a ricostruire la dinamica che ieri pomeriggio ha portato all'incidente stradale in cui ha perso la vita l'europarlamentare leghista.

"Buonanno è morto investito da un'auto della quale, sul luogo dell'incidente - spiega Marcianò - non vi è traccia. Eliminato? Viste le sue dure e decise posizioni anti-europeiste ed anti immigrazione selvaggia, è lecito sospettare che non si tratti di un incidente ma di omicidio."

Il parallelo con Haider

E traccia un parallelo inquientante: quello con la morte del politico di destra austriaco Jorge Haider, scomparso in un incidente stradale nel 2008. Allora, in molti parlarono di un complotto, con relativa manomissione della vettura di Haider, forse sabotata da un'anonima mano assassina.

"Nel report fotografico - prosegue Marcianò - notiamo due auto. Una delle due è il maggiolino di Buonanno, che avrebbe tamponato la vettura a tre volumi. Sull'asfalto si nota una traccia curvilinea lasciata da una terza vettura che pare entrare "intenzionalmente" sulla corsia di emergenza. Questo terzo autoveicolo non appare nel reportage di Varese News."

Le insinuazioni di Marcianò, come di consueto, hanno scatenato una ridda di ipotesi fra i commentatori, che già hanno iniziato a chiedere come mai non siano ancora state mostrate immagini del corpo del povero Buonanno. Domande che è lecito porsi ma che necessitano - questo è un punto irrinunciabile - di risposte quanto mai fondate.

Solo le indagini potranno restituire la verità alla famiglia e ai tanti simpatizzanti.

Per ora non si può fare altro che lasciare spazio alla pietà.

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