Il cardinal Raymond Leo Burke non si è mai nascosto: si è spesso detto preoccupato per la "confusione dottrinale" che starebbe imperando nella Chiesa cattolica. E un certo caos si starebbe registrando pure in materia di prevenzione degli abusi. Il porporato statunitense, parlando con una tv tedesca, ha asserito che la risposta fornita da papa Francesco alla crisi in corso, quella che ha interessato gli Stati Uniti, ma anche il Cile, è confusionaria.
L'alto ecclesiastico sostiene che criticare il pontefice per il bene della Chiesa non sia solo possibile, ma in certi casi addirittura necessario. Non stupisce, quindi, questa presa di posizione, riportata pure su Lifesite News. Ma Burke non si è limitato a questo e, tornando indietro nel tempo, cioè a quando sul soglio di Pietro era seduto Joseph Ratzinger, ha dichiarato che il papa emerito ha sempre fornito una visione chiara delle cose. Ci sarebbe, insomma, una differenza intercorrente tra le modalità scelte attualmente per affrontare gli scandali e quelle selezionate da Benedetto XVI in passato. Il Vaticano, intanto, si prepara al "summit straordinario" - così come viene chiamato - che papa Bergoglio ha convocato per il mese di febbraio. Gli episcopati di tutto il mondo si riuniranno per discutere di misure da adottare e di prevenzione. Dalla Santa Sede, tra le altre cose, hanno fatto sapere che: "Non sarà un convegno di studi o passarella di relatori e relazioni. L'Incontro - hanno specificato dalla Sala Stampa - sarà una "riunione di Pastori ... un incontro di preghiera e discernimento, catechetico e operativo". Il Santo Padre, insomma, non ha intenzione di perdere ulteriore tempo e vuole che la questione venga risolta in maniera definitiva.
Ma a cosa si riferisce il cardinal Burke quando associa la parola "confusione" alla replica che il pontefice argentino sta fornendo agli scandali emersi in questi mesi? "More confusing than anything - ha detto il porporato - cioè Francesco starebbe facendo più confusione riguardo a questi aspetti rispetto ad altre questioni.
I cardinali conservatori, come Burke e Mueller, non pensano che la crisi degli abusi sia riconducibile al "clericalismo", come ha dichiarato Bergoglio, ma evidenziano il legame che esisterebbe tra
determinati comportamenti e l'omosessualità. Stando alla loro visione, insomma, bisognerebbe selezionare meglio le persone che, manifestando una volontà di entrare in seminario, finiscono poi per divenire dei consacrati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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