L'ultimo Rapporto Osservasalute 2015 evidenzia un dato preoccupante: pochi investimenti nella prevenzione e cittadini troppo disattenti. La spesa per la prevenzione (che comprende, oltre alle attività di prevenzione rivolte alla persona come, ad esempio, vaccinazioni e screening, la tutela della collettività e dei singoli dai rischi negli ambienti di vita e di lavoro, la sanità pubblica veterinaria e la tutela igienico-sanitaria degli alimenti) nel nostro Paese ammonta a circa 4,9 miliardi di euro, pari al 4,2% della spesa sanitaria pubblica (dati dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali).
La percentuale di spesa per la prevenzione prevista dal Piano sanitario nazionale (livello fissato nel Patto per la Salute 2010-2012) è pari al 5%. Sono poche le regioni che raggiungono tale livello e a livello nazionale mancano "all’appello" 930 milioni di euro da dedicare alla prevenzione. Secondo i dati Ocse (che indicano che la spesa per la prevenzione è cresciuta del 5,6% annuo nel periodo 2005-2009, mentre si è poi ridotta mediamente dello 0,3% annuo tra 2009-2013) in Italia uno dei settori che fino ad oggi ha maggiormente subito le politiche di razionamento è proprio quello della prevenzione.
Tutto questo nonostante sia ben noto l’impatto in termini economici della "mancata prevenzione": meno si spende per la prevenzione e più si spende, dopo, per curare le malattie, con un aumento della domanda e dei bisogni socio-sanitari, in particolare per la disabilità legata all’aumentata prevalenza delle patologie croniche.
Il quadro che si configura in Italia è caratterizzato, inoltre, da una scarsa attenzione da parte dei cittadini alla tutela della propria salute, segnato da una scarsa percezione del rischio e/o da una irresponsabilità personale alquanto diffusa. In particolare, si nota la scarsa attenzione degli italiani alle vaccinazioni: se nel 2013, per quelle obbligatorie (Tetano, Poliomielite, Difterite ed Epatite B) si registrava il raggiungimento dell’obiettivo minimo stabilito nel vigente Piano nazionale prevenzione vaccinale (PNPV) - in accordo con le raccomandazioni dell’Oms - pari ad almeno il 95% di copertura entro i 2 anni di età, nel periodo 2013-2014 si registrano valori di copertura al di sotto dell’obiettivo minimo stabilito, pur rimanendo comunque al di sopra del 94%. Lo stesso andamento in diminuzione si evidenzia per le coperture di alcune vaccinazioni raccomandate, quali anti-Hib e Pertosse.
Quanto al vaccino antinfluenzale, è significativo il calo delle adesioni tra gli anziani, che sono peraltro proprio una delle fasce di popolazione più a rischio di complicanze dell’influenza.
La voce prevenzione - precisa infine il Rapporto - risulta trascurata anche a livello di finanziamenti: non solo il nostro Paese destina appena il 4,1% (dati dell’Ocse) della spesa sanitaria totale alle attività di prevenzione, ma "la prevenzione risulta la funzione più sacrificata anche a livello regionale", specie laddove vi è la pressione volta a ridurre i deficit di bilancio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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