Emergono nuove intercettazioni sul caso di malasanità in Calabria che ha portato all'arresto di 11 tra medici e personale sanitario. L’elenco delle accuse è lungo: falso ideologico e materiale, soppressione di atti veri e interruzione di gravidanza senza il consenso della donna. Il caso della partoriente Loredana Tripodi è il più eclatante. Il fratello, il ginecologo Alessandro, ha organizzato a tavolino il suo aborto: l’uomo sospettava che il feto presentasse delle patologie cromosomiche, così ha impedito il parto all’insaputa della donna. Ne dà conto il dialogo captato il 16 giugno 2010. Quel giorno, fornì chiare indicazioni al collega, Filippo Saccà, sulla condotta da tenere: ”Fagliela tragica, hai capito? Dille che c’è un distacco e non si può far nulla”, spiegò.
In un primo momento, il dottore Filippo Saccà si mostrò contrario:”Ma scherzi? Non esiste, tuo cognato penserà che lo abbiamo ammazzato”, rispose. La conversazione continuò. ”Mia sorella e mio cognato – aggiunse il primario – danno i numeri”. Alla fine, i due decisero di somministrare alla gestante un farmaco per interrompere la gravidanza: “Senza dirle un cazzo, le metto il Cervidil e le spiego che sospendiamo la flebo”. Hanno affermato gli inquirenti: “La strategia concordata dai due sanitari era quella di somministrare, all’insaputa della donna, un farmaco abortivo, per stimolare le contrazioni della gestante ed indurre l’interruzione di gravidanza”.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.