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Camera, via libera al dl Dignità. Di Maio: "Vinto il primo round"

Il decreto Di Maio ottiene 312 sì, ora passa al Senato per l'esame definitivo. Di contratti ai giochi: ecco cosa cambia

Camera, via libera al dl Dignità. Di Maio: "Vinto il primo round"

Il dl Dignità passa indenne l'esame della Camera che ha approvato il decreto voluto da Di Maio con 312 voti favorevoli, 190 contrari e 1 astenuto. Il testo - che riforma soprattutto i contratti a termine, ma contiene anche norme sul gioco d'azzardo e i gratta&vinci - passa ora all'esame del Senato.

Voto favorevole ovviamente dai deputati della maggioranza giallo-verde. "Da anni la Lega si oppone alla precarizzazione della vita degli italiani, si oppone da anni all'asse che esiste a livello internazionale tra il Partito socialista europeo e il Partito popolare", ha detto il capogruppo della Lega, Riccardo Molinari. "Smettiamola con la tesi che con questo testo porterà ad un conflitto da imprenditori e lavoratori: è falso", ha aggiunto invece Tiziana Ciprini del M5S, "Il decreto avvia una stagione di cambiamento nel nostro Paese".

"È stato migliorato rispetto a quello varato dal Consiglio dei ministri", ha detto invece Luigi Di Maio, "Abbiamo vinto il primo round, ce l'abbiamo fatta. E senza la fiducia. Non era un decreto semplice perchè combatte le lobby del gioco d'azzardo, quelle aziende 'prenditricì che vengono prendono i soldi qui, comprano i macchinari e poi se ne vanno in Romania o in Brasile, abbiamo detto basta".

Contrari invece le opposizioni. "Questo provvedimento non solo è il primo passo verso la decrescita, ma anche una ricetta sbagliata capace di bruciare posti di lavoro, aumentare il lavoro sommerso, mettere a rischio produttività e competitività delle nostre imprese", ha detto la capogruppo di Forza Italia, Maria Stella Gelmini, "Un provvedimento in cui prevale una visione statalista e anti-impresa, un approccio illiberale e punitivo che temo possa riguardare in futuro anche altri ambiti come quello della giustizia e delle grandi opere. Alla faccia del cambiamento. State cambiando in peggio l'Italia. Altro che governo del cambiamento, voi siete il governo del no: no a Tav, Tap, Ilva. No allo sviluppo e alle grandi opere indispensabili per il Paese, anche a costo di lasciare per strada migliaia di lavoratori".

Per il Partito democratico, invece, si tratta di "un decreto ideologico, propagandistico, figlio della necessità politica di un pezzo della maggioranza, i Cinque Stelle, della rincorsa quotidiana alla competizione con la Lega".

La sinistra accusa il M5S di essersi inventato "un provvedimento per fare la rivoluzione che sta creando invece un danno incalcolabile al Paese".

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