Cronache

Cantieri, scippi e polemiche: l'altra faccia delle Universiadi a Napoli

A Caserta partite di calcio in un cantiere aperto e con poche decine di spettatori, tanti i problemi gestionali e organizzativi

Cantieri, scippi e polemiche: l'altra faccia delle Universiadi a Napoli

Dietro la lunga coda di Partenope, dietro l’eruzione del Vesuvio scintillante che ha avviato a Napoli le Universiadi, il secondo evento di sport più imponente dopo le Olimpiadi, sono nascoste polemiche, scandali e disorganizzazione. La 30esima edizione delle Universiadi ha riacceso l’entusiasmo e un certo spirito sportivo nel nostro Paese, che sta godendo (solo in parte) la messa in scena di un evento internazionale a cui per una volta non sono associate corruzione, inchieste e tangenti. Questo è di certo un merito. Dovrebbe essere la normalità, direbbe qualcuno. ma in Italia spesso non è così. Tuttavia, scartando la patina non tutto è altrettanto scintillante.

A Caserta e provincia, ad esempio, si svolgono gare ufficiali e allenamenti in diverse discipline. Calcio, basket, nuoto, tiro con l’arco. Nella città all’ombra della Reggia, lo stadio comunale «Alberto Pinto» è stato destinatario di un finanziamento di quasi un milione e mezzo di euro per un restyling parziale e interventi infrastrutturali. A partire dal 2 luglio, lo stadio ha ospitato ha cominciato ad ospitare diverse partite internazionali del torneo universitario. Match che si sono però svolti in un vero e proprio cantiere. Proprio la prima assoluta, tra Uruguay e Corea del Sud, si è giocata davanti alla bellezza di 50 spettatori. In compenso gli operai erano ancora al lavoro per l’ammodernamento dell’area dove prima c’era la curva abbattuta. Un flop assoluto.

Alcuni consiglieri comunali di minoranza hanno denunciato il grave ritardo nel cronoprogramma dei lavori, non ancora conclusisi ad Universiade in corso. Nel giorno in cui si è giocata Russia-Irlanda, al Pinto tutto era ancora fermo. E gli spettatori non hanno raggiunto i 100 spettatori, a dimostrazione della mancanza di una politica di marketing sulle Universiadi nelle città diverse da Napoli.

A dieci chilometri di distanza da Caserta, a Santa Maria Capua Vetere, i giovanissimi atleti di nuoto si allenano nella piscina comunale. Qui il colpo d’occhio è decisamente migliore, ma basta addentrarsi nel parcheggio sul retro per rendersi conto dello spettacolo indecoroso tra strade dissestate e buche rappezzate che accolgono le delegazioni internazionali degli atleti.

A questi problemi organizzativi – di cui le Istituzioni dovranno certamente dar conto – non possono non far rumore tanti piccoli episodi: dallo scippo subito da un’atleta congolese a Napoli al giallo delle valigie degli universitari smarrite dagli steward.

Casi che – a prescindere dal luogo in cui siano accaduti – mostrano la faccia nascosta della 30esima edizione delle Universiadi.

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