De Luca chiude le scuole. E va allo scontro con il governo

Scoppia il caos dopo l'ordinanza firmata dal governatore della Campania. De Luca tira dritto, il governo non cede

De Luca chiude le scuole. E va allo scontro con il governo

Il presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli, presidi e alcuni governatori hanno proposto al governo di posticipare l'apertura della scuola recuperando i giorni persi a giugno. Ma l'esecutivo ha deciso di tirare dritto e di non rimandare, quindi, la riapertura delle scuole.

La preoccupazione riguarda soprattutto quanto potrebbe accadere al Servizio sanitario nazionale con il picco previsto per metà gennaio. "Le misure messe in atto dal Governo sono importanti - spiega Anelli - ma potrebbero non essere sufficienti per arginare il diffondersi dell'epidemia. I due anni trascorsi ci hanno insegnato che una misura davvero efficace è quella di limitare, in vista del picco, i contatti tra le persone". Per questo motivo la riapertura delle scuole, in un momento in cui gli studenti hanno appena iniziato a vaccinarsi o a fare i richiami, a seconda delle fasce d'età, preoccupa medici e presidi. Questa è la motivazione alla base della richiesta dello stop di 15 giorni "da recuperare poi a giugno, quando dovremmo essere fuori dall'emergenza".

"Nessun ripensamento sul ritorno a scuola in presenza", è stata però la secca replica del ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi. Nonostante siano oltre duemila i presidi che chiedono di far ripartire dopo le vacanze la scuola in Dad a causa dei contagi, il ministro sembra non muoversi di un passo: "Siamo molto attenti alle voci che ci arrivano dal Paese, ma anche alle tante voci che ci dicono che la scuola debba restare in presenza".

Lo scontro sulla scuola è andato avanti per tutta la giornata fino ad arrivare a una escalation nella tarda serata.

Cosa accade nel Paese: la protesta di De Luca

Vista la situazione di emergenza nella Regione di cui è presidente, Vincenzo De Luca, tramite una diretta Facebook, ha dichiarato: "In questa condizione io credo che sia irresponsabile aprire le scuole il 10 gennaio. Per quello che ci riguarda credo che non apriremo le scuole medie ed elementari". Questo per evitare, stando a quanto dice De Luca, che si creino situazioni pesanti e gravi e per garantire a docenti, presidi e famiglie il massimo possibile di assistenza sanitaria.

Ammette, inoltre, l'assenza delle condizioni minime di sicurezza e la possibilità di offrire una collaborazione adeguata alle autorità scolastiche da parte delle autorità sanitarie, quest'ultime alle prese con decine di migliaia di contagi. "Le Asl dovrebbero fare in media 3mila tamponi al giorno per accompagnare le autorità scolastiche nel controllo del contagio nelle scuole. Non è possibile, per il livello di personale che abbiamo, perché dovremmo perdere una settimana di tempo per dare i risultati", conclude De Luca.

Qualche linea di dissenso arriva anche da Luca Zaia e da altri sindaci che hanno deciso di tenere le scuole chiuse.

Lo scontro con il governo

La risposta del governo, però, alle parole di De Luca sembra essere decisa. Da fonti di Palazzo Chigi si apprende che l'esecutivo è orientato a impugnare la decisione del governatore della Campania. Per l'impugnativa sarà necessario un passaggio nel prossimo Consiglio dei ministri. E Speranza spiega: "Il governo ha scelto di tutelare il più possibile la scuola come presidio fondamentale della nostra comunità. L'indirizzo è e resta: scuola in presenza in sicurezza. Non vogliamo che siano i più piccoli a pagare il prezzo di questa fase epidemica".

Ma nonostante il "no" del governo, il governatore della Campania va avanti sulla non riapertura di asili, nidi, scuole medie ed elementari. Anticipando con una nota l'ordinanza numero 1 del 2022 si legge che "con decorrenza dalla pubblicazione del presente provvedimento e fino al 29 gennaio 2022 è disposta la sospensione delle attività in presenza dei servizi educativi per l'infanzia di cui all'articolo 2 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65, e dell'attività scolastica e didattica in presenza della scuola dell'infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado".

De Luca, poi, ha posto dei limiti anche alla movida. "Dalle ore 22 e fino alle ore 6 è fatto divieto di consumo di bevande alcoliche, di qualsiasi gradazione, nelle aree pubbliche ed aperte al pubblico, ivi compresi gli spazi antistanti gli esercizi commerciali, le piazze, le ville e i parchi comunali" si legge ancora nel dispositivo che poi interviene ulteriormente "vietando affollamenti o assembramenti per il consumo di qualsiasi genere alimentare in luoghi pubblici o aperti al pubblico".

In serata, intanto, fonti del ministero dell'Istruzione fanno sapere che il

ministro ha convocato i sindacati della scuola domani mattina, alle 10, per una informativa sulle nuove regole per la gestione dei casi di positività previste dal decreto legge approvato il 5 gennaio scorso.

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