Si sono concluse le indagini a carico dei due carabinieri accusati dello stupro di due studentesse statunitensi nella notte tra il 6 e il 7 settembre scorso, a Firenze. La procura ha contestato all'appuntato scelto Marco Camuffo e al carabiniere scelto Pietro Costa l'aggravante di "aver agito abusando della qualità di carabiniere in servizio" e di "aver violato gli ordini impartiti dai superiori". Secondo l'accusa, infatti, le ragazze salirono "illegittimamente" a bordo della Fiat Bravo del 112. Davanti al pubblico ministero, secondo la ricostruzione dell'Huffington Post, i due militari avrebbero detto che sono state le giovani a prendere l'iniziativa. "Ci siamo comportati da maschietti", si sarebbero difesi assicurando di non essersi accorti che erano ubriache.
Alla rilevazione effettuata alle 6.51 del mattino del 7 settembre, le due studentesse americane sono risultate in stato di ebbrezza, con 1.68 grammi di alcol per litro una e 1.59 per l'altra. Secondo il capo d'imputazione notificato a conclusione delle indagini, i due carabinieri avrebbero violentato le due ragazze agendo "in modo repentino e inaspettato". A Marco Camuffo, più alto in grado, il pubblico ministero Ornella Galeotti contesta anche di aver imposto un rapporto orale a una delle due studentesse. Secondo quanto raccontato durante l'interrogatorio, come riporta l'Huffington Post, i due militari le avrebbero accompagnate dentro al palazzo "per galanteria". Quindi, senza secondi fini. "Si è sempre fatto così, anche per una cosa di galanteria - avrebbero spiegato - e per motivi di sicurezza, perché magari le aggrediscono nel portone".
I due militari sapevano bene di aver violato il regolamento facendo salire le due ragazze sull'auto di servizio e riportandole a casa. "Ci siamo consultati...
eravamo titubanti", avrebbero ammesso durante l'interrogotario. I due non hanno mai negato di aver avuto rapporti sessuali con le giovani, ma hanno sempre affermato che le due fossero consenzienti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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