Carfagna: «È anche colpa dei magistrati»

Roma «La legge da sola non basta se non viene applicata in modo rigoroso, la magistratura deve fare la sua parte». L'attacco di Mara Carfagna, FI, ai giudici che sottovalutano le denunce per stalking arriva proprio nel giorno in cui un altro giovane volto di donna si aggiunge alla lunghissima lista delle vittime della violenza. L'accusa della Carfagna alla quale si deve la legge anti stalking varata quando era ministro per le Pari Opportunità viene lanciata durante la presentazione di Stalking Ossessione Criminale , in onda dal 28 ottobre su Premium Crime, canale interamente dedicato alle serie investigative, alla presenza del presidente Mediaset, Fedele Confalonieri. Nella sede della Scuola Superiore di Polizia il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ha tirato un bilancio della legge sullo stalking che è sicuramente «migliorabile» ma che è anche servista a far acquistare una maggiore consapevolezza alle persone vittime di questo tipo di reato. «Abbiamo colmato un vuoto normativo -dice ancora la Carfagna- Ma tutti devo agire nella stessa direzione. Non si può proteggere una donna se chi la minaccia viene scarcerato». La Carfagna si riferisce in particolare al caso di Enza Avino uccisa il 14 settembre scorso dall'ex compagno scarcerato perchè ritenuto non pericoloso dai giudici. Ma il ragionamento vale per tutti i casi simili.

«La magistratura deve applicare le misure cautelari come carcerazione preventiva, divieto di avvicinamento e allontanamento coatto,con il massimo rigore -conclude la Carfagna- perchè queste misure servono a proteggere e a tutelare la vittima».

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