Cronache

"Caro Gentiloni, perché non si mobilita anche per mia figlia?"

Una bambina di 5 anni rapita dal padre è in Siria dal 2011. Le Iene lo hanno trovato, la Farnesina no

"Caro Gentiloni, perché non si mobilita anche per mia figlia?"

"Stai attenta perché se non stai con me tu e la bimba siete morte". Prima le minacce, poi la separazione e infine il rapimento della figlia. È questa la storia di Alice Rossini, madre di Emma Houda, una bambina di quasi cinque anni rapita il 18 dicembre 2011 e portata dal padre Mohammed Nadeen Kharat in Siria. La Rossini, intervistata dal Tempo, racconta la sua storia di cui si erano già occupate le Iene e che vede l’interessamento anche del Coordinamento internazionale associazioni per la tutela dei diritti dei minori (Ciatdm), ente organizzatore di un flash mob virtuale su Facebook volto a sensibilizzare il ministro Paolo Gentiloni.

“Il ministero degli Esteri - spiega la Rossini - mi ha risposto che in quella zona non abbiamo margini di movimento, ma quando ho sentito che sono state liberate le due cooperanti rapite in Siria (Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, ndr), e di questo sono felice sia chiaro, ho pensato a mia figlia. Per lei non ci sono margini di movimento?”. La piccola Emma, infatti, ora vivrebbe clandestinamente proprio in una zona della Siria controllata dall’Isis anche se la madre esclude che il padre possa far parte del regime fondamentalista: “perché lui è un coniglio e un fifone, anche se raccontava che all’asilo gli hanno insegnato a lanciare le bombe”. La coppia si era separata nell’agosto 2011 e l’uomo aveva creato problemi fin da subito minacciando la Rossini finché “Ad un certo punto è cambiato di colpo, diventando un padre perfetto e accettando persino la separazione consensuale. Prendeva la figlia nei giorni prestabiliti e la riportava a casa”.

“Era tutto organizzato per farmi tranquillizzare. – spiega la donna - Il giorno prima del rapimento ha portato a casa la bambina con regali di Natale anche per me. Il giorno dopo è scappato. Mentre ero dai carabinieri ricevo un sms: ora voglio vedere cosa fai. Siamo in Siria e non ci vedi più”. Dopo quel messaggio la Rossini ha perso ogni contatto fino a che l’uomo, con la complicità di un suo parente che vive in Italia, gli ha chiesto un riscatto di 300mila euro. “Prima dell'ultimo Natale, - racconta la donna - attraverso la trasmissione televisiva "Le Iene", sono ritornata in contatto con lui perché diceva di essere pentito. Ci siamo incontrati al confine tra Turchia e Siria. Mi ha fatto vedere un video della bambina dove lei risponde alle sue domande. Poi mi ha fatto parlare al telefono con mia figlia. Ora di nuovo il silenzio”.

Ora l’uomo ha un mandato di cattura internazionale per sequestro di persona ma, secondo la Rossini “non è irreperibile, perché la trasmissione televisiva "Le Iene" in due settimane lo ha trovato” semplicemente attraverso i contatti forniti dalla donna.

Al momento però la bambina non si troverebbe con il padre, ma sarebbe stata affidata ai nonni paterni, anziani e malati.

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