Casa e automobile, due necessità che in periodo di crisi diventano difficoltà. Si fanno strada quindi soluzioni economiche, o espedienti, per superare lo scoglio. Capitolo casa. Sta prendendo piede anche da noi una formula molto diffusa in Nord Europa, quella dell’affitto con riscatto. Si tratta di un contratto che dà la possibilità di avere un’abitazione di proprietà a chi non riesce a ottenere un mutuo a causa del lavoro precario o a chi vuole rimandare l’acquisto senza perdere nel frattempo il denaro del canone di affitto.
Anche i proprietari che fanno fatica a vendere per il momento sfavorevole ne traggono vantaggio. Come funziona? Vengono stipulati due contratti. Uno di affitto, con un canone superiore del 50 per cento a quello di mercato, e uno di opzione che permetterà (ma senza obblighi) all’inquilino di comprare a un prezzo prestabilito e dopo un certo numero di anni. In caso di acquisto i soldi già versati vengono scalati dal prezzo finale, in caso di rinuncia invece vengono persi.
La Ducale spa, società del gruppo Tecnocasa, è stata tra le prime a promuovere l’affitto con riscatto. È la risposta degli operatori a un mercato che sta registrando un forte calo della domanda di immobili, causato dalla minore disponibilità di risorse da parte delle famiglie, dall’erogazione dei crediti in modo sempre più selettivo e dalla precarietà del lavoro. “La maggior parte dei clienti che hanno optato per questo accordo – spiega Alberto Girino, responsabile commerciale de La Ducale - sono giovani che hanno contratti di lavoro a tempo determinato, ma che hanno già il desiderio di investire i risparmi in una casa”. La società ha sottoscritto oltre 40 contratti di affitto con riscatto in un anno, per un valore di più di 8,5 milioni di euro. Il primo rogito è appena stato stipulato da padre e figlio che lo scorso anno hanno subito uno sfratto e non riuscivano a ottenere un mutuo perché il figlio lavorava regolarmente in un’azienda ma con contratto a tempo determinato.
Capitolo auto. Qui si parla di una scappatoia per risparmiare sulle spese. La notizia arriva dalla Bulgaria. Secondo i quotidiani locali come 24 Chassa, “le macchine con targa bulgara sono di moda in Italia”. Questo perché sarebbero sempre di più gli italiani che immatricolano in Bulgaria l’auto, soprattutto se di grossa cilindrata, per spendere meno in bollo e assicurazione. L’ampio servizio del giornale di Sofia spiega che la legge italiana obbliga i proprietari di un’auto immatricolata all’estero a registrarla in patria entro un anno, pena la multa. Pare però che trovare un prestanome bulgaro per questa necessità non sia troppo costoso. L’assicurazione in Bulgaria costa in media 120 euro l’anno, contro gli 800-900 italiani.
24 Chassa continua: “È più facile ricevere la lettera di un morto” che le notifiche per le infrazioni stradali spedite dalle autorità italiane in Bulgaria. Le multe fatte da telecamere e autovelox si perdono sulla via per Sofia, i punti della patente sono al sicuro e circolare o parcheggiare in zone vietate, con la targa bulgara, diventa molto facile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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