Cronache

Cascina, protesta degli stranieri, condizioni igieniche pessime

Il sindaco leghista del comune toscano, Susanna Ceccardi, che già da anni chiedeva la chiusura del centro, si è unita ai sopralluoghi tecnici: “La Tinaia deve chiudere”

Cascina, protesta degli stranieri, condizioni igieniche pessime

Protesta inscenata a Cascina (Pisa) da una quindicina di richiedenti asilo, che si sono barricati all’interno della struttura che li ospita, lamentandosi delle pessime condizioni igienico sanitarie in cui si trovano a vivere.

Il centro di accoglienza de “La Tinaia”, che in origine era un Bed&Breakfast, è stato affidato dalla prefettura ad un privato, che ormai lo gestisce da anni.

Dopo aver preso “in ostaggio” l’edificio, gli africani sono riusciti a portare l’attenzione sulla loro situazione e ad ottenere un sopralluogo. Sono quindi state eseguite una serie di verifiche, a cui hanno partecipato carabinieri, vigili del fuoco, ufficio ambiente e tecnici dell’Asl. A questi si è unito anche il sindaco leghista di Cascina Susanna Ceccardi, che già da anni aveva inoltrato richiesta di chiusura del centro, denunciando le pessime condizioni in cui versa la struttura.

“Le condizioni all'interno della struttura sono spaventose, commenta la donna come riportato dal portale “PisaToday”. Topi morti nelle trappole della cucina, topi vivi visti scappare tra un mobile e l'altro, bagni rotti, fogne rotte che colano proprio sopra i letti dei migranti. Coperte e lenzuola che non vengono cambiate da mesi, disordine e sporcizia ovunque. Per stare così, potevano restare in Africa. Denuncio questa situazione da due anni. Abbiamo fatto ordinanze igienico-sanitarie denunciando l'inidoneità della struttura, ora non si può più sopportare oltre. La Tinaia deve chiudere”. La chiosa finale è destinata al gestore della struttura ed a chi, come lui, se n’è fregato delle situazioni d’emergenza mettendo il profitto in primo piano.

“E chi ha guadagnato milioni di euro alle spalle dello Stato approfittando del sistema di accoglienza, deve pagare”.

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