Ci sono voluti alcuni mesi, ma alla fine è stato identificato il corpo della donna trovato in stato di decomposizione nel fiume Garigliano, ai confini tra le due province di Caserta e Latina lo scorso mese di ottobre. Si tratta di una romena di 52 anni, Verginica Vinatoru, nota alle forze dell’ordine per essere stata una ladra di professione. Le verifiche sulle impronte digitali hanno permesso di scoprire che quel corpo apparteneva alla straniera, che aveva precedenti penali per furto e scasso.
A suo tempo, gli inquirenti avevano diffuso le immagini degli indumenti per cercare testimonianze, ma il rapporto della scientifica ha eliminato ogni dubbio. Le indagini delle forze dell’ordine si sono dirette poi nella ricerca dell’assassino, che sembra essere stato individuato, un nome tenuto sotto stretto riserbo dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, perché le indagini nei suoi confronti sarebbero ancora in corso. Si presume che la donna sia stata ammazzata dopo essere stata sorpresa a rubare in un appartamento.
Lo scorso mese di ottobre il corpo senza vita della romena fu scoperto da un uomo di passaggio, che avvisò i carabinieri. Sul posto arrivarono i sommozzatori dei vigili del fuoco di Caserta e i militari della compagnia di Sessa Aurunca, oltre allo staff sanitario del 118. Il cadavere fu trasportato all’istituto di medicina legale del capoluogo di provincia.
Il magistrato della Procura di Santa Maria Capua Vetere ne dispose l’autopsia. Ad un primo esame esterno non sembravano evidenti i segni per morte violenta, ma il tempo di permanenza in acqua aveva alterato lo stato dei tessuti rendendo necessario un esame più approfondito. Successivamente sono emersi nuovi riscontri che hanno confermato la morte per percosse. Con molta probabilità la donna è stata picchiata a sangue con un bastone.
Il Garigliano, dove è stato trovato il cadavere, è un fiume italiano che nasce dalla confluenza del Gari nel Liri, a Sant'Apollinare in località Giunture. Per tutto il corso segna il confine tra il Lazio e la Campania sebbene fino al 1927, quando i confini amministrativi furono modificati, appartenesse interamente alla Terra di Lavoro.
Chiamato in latino Liris, nel medioevo era detto "il verde fiume"; prende l'attuale nome dalla deformazione dell'espressione Caris lirianus (Gari nel Liri). Forse è collegato ad un tema preromano liri che indica acqua melmosa; è stata di recente avanzata l'ipotesi di una derivazione dall'arabo garil (palude), con riferimento alla morfologia del tratto finale del suo corso. Già nell'alto Medio Evo era comunque conosciuto con il nome di Gareliano.
Nell'elenco dei fiumi italiani è presente con la dicitura Liri-Garigliano considerando tutto il suo tratto dalla sorgente fino allo sbocco nel Mar Tirreno. Nella cartografia storica è attestata anche la denominazione Garigliano per l'intero fiume Liri dalla sorgente alla foce nel Tirreno.
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