Caserta, sgominato dai carabinieri un traffico di eroina internazionale

16 arresti per droga: le sostanze stupefacenti arrivavano dal Pakistan nella pancia dei corrieri pagati fino a 6mila euro a viaggio

Caserta, sgominato dai carabinieri un traffico di eroina internazionale

L’eroina proveniva dal Pakistan e passando per l’Africa giungeva fino in Italia, in provincia di Caserta, per poi essere venduta in tutta la penisola. Un’organizzazione criminale funzionale ed evoluta quella sgominata dai carabinieri di Santa Maria Capua Vetere, che hanno arrestato 16 persone, accusate di essere a capo di un traffico internazionale di droga. I corrieri utilizzati dai malviventi prendevano dai 3mila ai 6mila euro a viaggio e la tariffa cambiava a seconda della lunghezza del tragitto e della capacità di trasportare gli ovuli nella pancia.

Era proprio questo il metodo utilizzato dall’organizzazione. Per ogni tratta i corrieri ingoiavano anche oltre un chilogrammo di eroina. La banda criminale aveva il sostegno di poliziotti e funzionari africani. Hanno impiegato quattro anni i carabinieri della compagnia di Santa Maria Capua Vetere per scoprire il traffico di droga, dopo accurate indagini condotte dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli. In manette sono finite 16 persone tra ghanesi, nigeriani e italiani (13 in carcere e 3 agli arresti domiciliari), che vendevano la droga a 40mila euro al chilo.

Per loro l’accusa è associazione per delinquere per importazione, distribuzione in Europa e in Italia e cessione sul territorio nazionale di eroina. I viaggi della droga erano lunghi e tortuosi. La base di partenza era il Pakistan, ma le sostanze stupefacenti arrivavano nell’Italia del sud attraverso Nigeria, Niger, Malawi, Uganda, Ruanda, Tanzania, Turchia e Olanda. Le verifiche alla dogana venivano eluse grazie ai corrieri, che ingoiavano gli ovuli di eroina e li trasportavano nello stomaco.

I responsabili dell’organizzazione criminale, di origine nigeriana, sono residenti a Castel Volturno e a Villa Literno, nel Casertano, oltre che in Ruanda. La base operativa era ubicata a Castel Volturno, dove la droga veniva ulteriormente lavorata. Poi si passava allo spaccio, con una rete di persone che la vendeva in molte città italiane: a Napoli, Caserta, Roma, Latina, Cagliari, Palermo e Firenze.

Per eludere le indagini i capi e i gregari usavano schede telefoniche intestate ad altre persone, posta elettronica con provider stranieri, call center, Internet Point e il software di messaggistica istantanea Skype. Al telefono parlavano di "merci", vestiti" e "scarpe", mentre la capacità del corriere di trasportare gli ovuli era indicata con l'espressione "mangiare bene".

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