Cronache

Caso Feltri-Boldrini, Parente: "Tiri in ballo il sessismo"

In una lettera a Dagospia lo scrittore Massimiliano Parente ha criticato le mosse di Laura Boldrini sulla questione Feltri lanciando strali contro il femminismo divenuto "l’alibi di difesa della mediocrità"

Caso Feltri-Boldrini, Parente: "Tiri in ballo il sessismo"

Non si spengono le polemiche sul caso Mattia Feltri, direttore di HuffPost, e Laura Boldrini. Nella questione oggi è intervenuto Massimiliano Parente, che senza usare giri di parole è andato all’attacco della parlamentare del Pd accusandola di fare del vittimismo.

In una lettera inviata a Dagospia, Parente ha spiegato gli errori compiuti in questa storia dall’ex presidente della Camera. Secondo lo scrittore la Boldrini poteva rispondere a Vittorio Feltri direttamente su Libero invece di scegliere "il quotidiano del figlio, insultando il padre e minacciando il figlio che, se non lo pubblicherà, griderà alla censura. Già che c’era ha gridato pure al sessismo”.

"Ah, il sessismo!", ha continuato in modo sarcastico Parente che, sul delicato tema, ha ricordato il tanto discusso siparietto della spesa sexy andato in onda nel corso del programma di Rai Due "Detto Fatto". "Il bello è che nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne le femministe si sono messe a lapidare una donna che ha osato inscenare l’innocuo siparietto di una spesa sexy”, ha sottolineato lo scrittore. In queste polemiche Parente vede una contraddizione delle femministe. E l’affondo, rivolto in modo particolare contro la parlamentare, è piuttosto pesante. Lo scrittore, infatti, ricorda che l’Italia non è un Paese islamico ma "guarda caso femministe come la Murgia e la Boldrini sono simpatizzanti dei paesi islamici (oltre che delle associazioni cattoliche), tra i più maschilisti in assoluto, tant’è che entrambe, in varie occasioni, si sono messe pure il velo".

Parente non si lascia scappare l'occasione di esprimere un suo pensiero sul femminismo odierno che ritiene essere divenuto"l’alibi di difesa della mediocrità". Su questo lo scrittore spiega di esserne una testimonianza vivente in quanto "i circoli che contano in ambito culturale sono popolati da donne che devono la propria visibilità e i propri introiti unicamente alla causa femminista (la loro), con libri mediocrissimi (i loro)".

Vantaggi di cui godono, così lascia intendere lo scrittore, alcuni personaggi noti al grande pubblico."Non solo tutti i libri della Murgia o della Valerio o della Lipperini sono ridicoli rispetto a una sola mia pagina di una delle mie opere (ma io sono fuori da ogni circolo, per scelte, mi accontento di essere studiato nelle università)- ha dichiarato Parente-, ma non reggono il confronto con le vere scrittrici italiane, da Barbara Alberti a Gaia De Beaumont a Isabella Santacroce". Queste ultime, rimarca Parente, a differenza delle loro colleghe più quotate "hanno prodotto qualcosa di significativo nella vita oltre alle lagne, alcune hanno anche preso il Nobel mentre la Valerio e Murgia discutevano di patria e matria e cazzate varie”.

Il politicamente corretto che va tanto di moda nella società moderna non appartiene a Parente. Per lui, infatti, quel che conta è la meritocrazia. Altro che maschilismo e femminismo. La battaglia per il genere, invece, la giudica solo "un’altra battaglia di retroguardia della mediocrità". E, per rimarcare il concetto, Parente cita un esempio che lo riguarda di persona. “Non stupisce- ha spiegato- che, mentre la Boldrini accusa Mattia Feltri per averla censurata (ma invece che lamentarsi qui da te poteva mandarti direttamente il suo pezzo, ma vuoi mettere fare la vittima), la Murgia sia riuscita a mobilitare centinaia di murgette per scrivere al mio editore di non pubblicare più le mie opere".

È sempre l’eccellenza, sia maschile che femminile, che secondo lo scrittore, dà fastidio “a queste donne senza qualità".

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