Caso Scazzi, Misseri va in aula ma non risponde

Lo zio di Sarah, ascoltato dai giudici, si avvale della facoltà di non rispondere

Caso Scazzi, Misseri va in aula ma non risponde

Entra nel vivo il processo per l'omicidio di Sarah Scazzi, la 15enne di Avetrana (Taranto) uccisa nel 2010. In aula torna Michele Misseri, zio della ragazzina e reo confesso del delitto, ma per la procura colpevole solo di occultamento di cadavere.

L'udienza si è aperta con la richiesta, da parte dei difensori di Sabrina Misseri e Cosima Serrano, di dichiarare inutilizzabili le accuse di Michele nei confronti della figlia. Per il legale, che ha sollevato anche una questione di legittimità costituzionale, Misseri non sarebbe stato adeguatamente informato delle conseguenze che avrebbe potuto determinare sia il suo interrogatorio sia la nuova versione. Una richiesta contestata dal pm Pietro Argentino e che la Corte sta vagliando in camera di consiglio.

Misseri si è avvalso della facoltà di non rispondere. "Per il momento no", ha detto rispondendo alla domanda della presidente della Corte Rina Trunfio. La deposizione di oggi era prevista nella qualità di imputato. Subito dopo il pm Mariano Buccoliero ha chiesto l’acquisizione dei verbali di interrogatorio e delle dichiarazioni rese nel corso di questi due anni agli stessi pm, al gip e al gup nel corso dell’udienza preliminare.

Fino al termine del processo Misseri potrà rendere, se vorrà, dichiarazioni spontanee o essere ascoltato come testimone. Ma, non potrà più essere esaminato. Domani sono previste le deposizioni delle due principali imputate, la moglie e la figlia, accusate di concorso in omicidio volontario, sequestro di persona e soppressione di cadavere. Anche loro, come Michele, potrebbero avvalersi della facoltà di non rispondere.

La Corte, dopo cinque ore e mezzo di camera di consiglio ha rigettato la richiesta della difesa di Sabrina Misseri di dichiarare inutilizzabile il verbale dell’incidente probatorio
del 19 novembre 2010 nel quale Michele Misseri

accusò del delitto la figlia. La Corte ha inoltre dichiarato "manifestamente infondata" la questione di legittimità costituzionale sollevata dalla difesa di Sabrina sempre in relazione al verbale dell’incidente probatorio.

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