Amleto se la cavava tra l’essere e il non essere. Cesare Prandelli è afflitto da un dubbio molto più serio e profondo: l’omofobo, incivile, barivecchiano, cettolaqualunque, cavernicolo, machista Cassano Antonio o quel pirla, moccioso, dilettante, ribelle, screanzato di Balotelli Mario?
Come mi permetto? Ho semplicemente elencato le ultime etichette che i docenti del tutto, dal premier Grasso Aldo in giù, hanno appiccicato ai nostri due eroi, si fa per dire, del pallone.
È stato un bel sentire e un bel leggere ieri mattina, una esibizione di sepolcri imbiancati, di ipocriti da prima pagina e a seguire, alcuni addetti al servizio di critico televisivo, dunque maestri nell’illustrare, spiegare e sentenziare ciò che noi poveri cristi non avevamo capito, smarriti tra il telecomando e il digitale terrestre che non funziona.
Dunque il problema del giorno non è la qualità del gioco, eventualmente la scelta tattica del commissario tecnico. No, piuttosto le parole di Cassano Antonio in risposta allo show palabratico di Cecchi Paone Alessandro, così da permettere, al gruppo dei consueti onanisti del pensiero, di esibire la loro cultura perfida e raffinata che spesso fa riferimento a vicende personali, parentele, frequentazioni come usano fare certi mammasantissima nei confronti delle loro vittime. È un gioco al massacro, nei confronti di opinionisti, vecchie glorie, presentatori, presentatrici, calciatori, con alcune esclusioni e privilegiati. Per esempio se il personaggio della trasmissione è anche collaboratore del quotidiano in questione allora scatta il vuoto di memoria, subentra la distrazione, si passa ad altro, la critica si fa leggera.
Fateci caso: la Rai è un bersaglio facile e comodo, idem come sopra per Mediaset, poi, quando spunta Sky il cielo, in quanto sky, si fa blu, è sereno, tendente al bellissimo, qualunque cosa accada, al di là di battutine di repertorio. Controllate anche i nomi e i cognomi degli opinionisti dell’emittente di Murdoch e verificate tra i lavoratori di Repubblica, Corriere della Sera, La Stampa, Gazzetta e via andare. Nessun conflitto di interessi, per carità, ma, come diceva Totò, la somma fa il totale.
Ora che c’entra questo con la nazionale? C’entra eccome, perché Cassano è diventato il bersaglio dell’ultima ora, l’ignorante che viene dal quartiere povero di Bari, se fosse nero di pelle avrebbe maggiori giustificazioni, il suo retroterra spiegherebbe errori e omissioni ma Cassano è un cettolaqualunque, un barivecchiano, se oggi andrà in campo dovrà tenere la testa bassa perché i docenti, e la loro orchestra di cui sopra, non gli perdoneranno nemmeno un gol in rovesciata da metà campo. A differenza di Balotelli nei confronti del quale bisogna essere politicamente corretti, guai a sottolineare i suoi vizi e il suo modo di convivere nel gruppo, meglio segnalare il pericolo del razzismo, come se il nostro attaccante fosse l’unico ragazzo di colore presente in questo campionato d’Europa.
È, dunque, il circo di Onan, è la pattuglia acrobatica di chi si occupa del football, da critico televisivo e da tifoso patetico e acido, offendendo, insultando per poi evitare sempre il confronto diretto, aperto. Restano nel loro bunker, tafazzianamente maltrattando l’apparato.
Proporrei una rubrica televisiva, e anche su carta stampata, che si occupi di sfondoni e vuoti di memoria dei giornalisti, non soltanto quelli che mettono il faccione davanti alla telecamera ma anche quelli addetti alla cucina in redazione e tipografia, titoli, sommari, occhielli, e ancora gli editorialisti, i semplici reporter, i grandi inviati, i direttori e i loro vice, gli illustri critici
televisivi. In confronto, Cassano Antonio e Balotelli Mario sembrerebbero due comici. Però minori. Viva l’Italia, abbasso la Croazia. Si può scrivere o sono cavernicolo, volgare e croatofobo? A cettolaqualunque l’ardua sentenza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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