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Autovelox, la sentenza cambia tutto: devono essere omologati

Non basta che lo strumento sia approvato deve essere omologato: cosa dice la Cassazione sugli autovelox

Autovelox, la sentenza cambia tutto: devono essere omologati

Con la delibera numero 8694 del 17 marzo 2022, la Corte di Cassazione ha stabilito che, per quanto concerne gli autovelox, questi strumenti di misurazione non devono soltanto essere approvati dal ministero dei Trasporti, ma anche omologati.

Il tribunale supremo si è infatti pronunciato sul caso di un automobilista, fermato e multato da una pattuglia della polizia dopo che alla misurazione elettronica era risultato un eccesso di velocità. Il cittadino ha però presentato ricorso presso il foro di Alessandria, dove ha sostenuto che l'apparecchio utilizzato per la rilevazione fosse approvato ma non omologato. Per il giudice di Alessandria l'accertamento restò valido, dal momento che l'autovelox, pur non omologato, era stato comunque approvato e la polizia era intervenuta con una contestazione immediata.

La Corte di Cassazione, tuttavia, ha bocciato la sentenza del tribunale di Alessandria, riferendosi alla sentenza n. 113 del 18 giugno 2015 della Corte Costituzionale. In tale sentenza veniva dichiarato illegittimo l'art. 45, comma 6, del codice della strada in cui non è previsto che le apparecchiature utilizzate per la misurazione della velocità vengano sottoposte a periodici controlli di taratura e funzionalità.

La Cassazione, dunque, stabilisce che la verifica periodica delle apparecchiature deve essere dimostrata e/o attestata con specifiche certificazioni di omologazione. Dal canto suo, il ministero dei Trasporti, mediante i pareri dell'8 aprile 2020 e dell'11 novembre 2020, ha affermato che all'interno dell'art. 45, comma 6, del codice della strada e nell'art.

192 del relativo regolamento di esecuzione e attuazione il legislatore impiega i due vocaboli mettendoli in correlzione, con la congiunzione "o", fornendo così un'alternativa. Approvazione o omologazione vengono dunque considerate attestazioni di pari valore.

Dopo l'ordinanza 8694/2022 della Cassazione sarà quindi necessario che il ministero si pronunci di nuovo con dei chiarimenti.

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