Cronache

Cerca le figlie in tv e così scoprono l'adozione: "Non siamo oggetti"

La donna ha lanciato diversi appelli alle proprie figlie, oggi 30enni, sia in televisione sia sui social network ma loro non vogliono saperne

Cerca le figlie in tv e così scoprono l'adozione: "Non siamo oggetti"

Hanno scoperto tramite i social network di essere state adottate ma non vogliono sapere nulla della loro madre naturale. "Non siamo oggetti smarriti che qualcuno deve ritrovare: ci lasci in pace", hanno fatto sapere le figlie tramite il proprio avvocato.

Da alcune settimane una donna è stata ospitata da diverse trasmissione televisive per cercare di trovare le figlie gemelle date in adozione tantissimi anni fa. Raffaella Migliaccio è andata prima da Barbara D'Urso nello studio di Pomeriggio 5, poi a Chi l'ha visto? e ancora in trasmissioni locali, per cercare di entrare in contatto con le figlie, divulgando i loro nomi, messe al mondo quando la donna era ancora minorenne. Non ottenendo un riscontro ha utilizzato anche la propria pagina Facebook, pubblicando il certificato di nascita. Le ragazze, oggi 30enni, sono così venute a sapere di essere state adottate, subendo un vero e proprio trauma. Lo choc è stato forte soprattutto per una delle due donne che, visto lo stato di gravidanza, è finita più volte in ospedale.

Come riporta Il Messaggero, le due gemelle non vogliono però sapere nulla della madre naturale tanto da divulgare un lunga lettera tramite l'avvocato di famiglia. Il primo appunto fatto dalle due donne riguarda la violazione della privacy fatta dai mass media che, incuranti dello choc che la notizia avrebbe potuto generare, hanno divulgato nome e cognome delle 30enni. "Abbiamo subito violenza con la divulgazione dei nostri nomi e dei nostri dati sensibili a mezzo stampa - si legge nelle nota - Abbiamo subito violenza da decine di persone sconosciute che, attraverso Facebook, ci hanno assediato in modo indecoroso vomitandoci addosso squallide morbosità". E poi quell'affondo alla madre naturale che però, date le circostanze, è comprensibile e per certi versi anche condivisibile. "Noi siamo figlie dei nostri genitori. Sono loro che ci hanno 'messe al mondo', che è cosa ben diversa dal 'partorire'. Nei confronti di questa signora non abbiamo né curiosità né desiderio di conoscerla né di aver alcun tipo di rapporto sia diretto che indiretto. Né oggi né mai! Siamo persone e come tali vogliamo essere rispettate. Non siamo oggetti smarriti che qualcuno deve ritrovare.

L'unica cosa di cui ringraziamo è di averci partorito".

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