Charlie, la solidarietà non si arrende

Ancora donazioni per il bimbo. Dai giudici altro stop alle terapie per un neonato di 3 mesi

Charlie, la solidarietà non si arrende

Charlie Gard ha le ore contate, perfino i genitori Chris e Connie sembrano rassegnati. Ma c’è qualcuno che non si arrende. Sono i donatori che continuano a versare soldi su gofundme, la piattaforma di raccolta fondi che qualche mese fa Connie Yates ha attivato per rastrellare sterline per quel viaggio della speranza che avrebbe consentito di sottoporre il piccolo di 10 mesi ammalato di deplezione del dna mitocondriale, un rarissimo morbo che ha colpito solo sedici persone al mondo, a una terapia sperimentale che su alcuni topi da laboratorio si era rivelata efficace per aggiustare il dna rotto. Un’operazione spericolata, probabilmente inutile. A cui però Chris e Connie si erano attaccati come a una piccola luce in fondo a un tunnel lunghissimo. Il 30 gennaio 2017 avevano fissato il loro obiettivo a 1,3 milioni di sterline. E ne hanno raccolte, a tutto ieri, 1.314.422 grazie a 83.511 donatori. Spesso anonimi. A volte con nome e cognome. Di solito con piccole cifre: 5 euro, 10 euro, qualche volta 50, in rari casi mille. Ieri c’era un nome italiano, tale Gianluca Mengarelli, in cima alla lista con una donazione di 50 sterline fresca fresca. Soldi che probabilmente non serviranno a Charlie ma a qualche altro tipo di ricerca per bambini malati, perché venerdì i medici del Great Ormond Street Hospital in cui il piccolo è ricoverato, hanno deciso di confermare la decisione di staccare il respiratore a cui è attaccato perché tutti i suoi organi non hanno la forza per funzionare, e allora ci deve pensare una macchina e l’elettricità. Lo hanno fatto dopo che anche l’ultimo passaggio burocratico si era compiuto grazie all’ignavia del Tribunale europeo per i diritti dell’uomo di Strasburgo, che non ha ritenuto di opporsi alla decisione della Suprema corte britannica di respingere il ricorso della famiglia Gard contro la decisione dei medici di porre fine a quello che loro ritengono un accanimento terapeutico. Venerdì i medici del «Gosh» hanno controfirmato la condanna a morte di Charlie al contempo regalando al bambino e ai suoi genitori qualche ora in più di tregua. L’esecuzione avverrà tra qualche giorno, forse tra qualche ora. Magari, anche se è improbabile, potrebbe essere stata già ultimata mentre leggete queste righe. Intanto è notizia di ieri che un altro caso sta facendo discutere il Regno Unito. Un bambino di 3 mesi, affetto da danni cerebrali irreversibili, non potrà subire altri interventi al cervello o essere rianimato nel caso venga colpito da un arresto cardiaco. È quanto ha stabilito il giudice Sir Jonathan Baker, responsabile della sezione minori dell’Alta Corte di Giustizia di Fleet Street a Londra, al termine di un’udienza d’emergenza tenuta su richiesta dei genitori del piccolo.

Il giudice ha riconosciuto la tragicità del caso e l’impegno dei genitori ma ha ritenuto prioritario l’interesse del piccolo che non ha chance di recupero e che potrebbe soffrire ancora di più nel caso di azioni che prolunghino la sua agonia.

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