Chi non vuole riscrivere la storia

Cinque Stelle e Pd proprio non ne vogliono sapere di insediare una commissione d'inchiesta parlamentare per fare luce sulle storture della magistratura italiana così come proposto dai partiti del centrodestra

Chi non vuole riscrivere la storia

Cinque Stelle e Pd proprio non ne vogliono sapere di insediare una commissione d'inchiesta parlamentare per fare luce sulle storture della magistratura italiana così come proposto dai partiti del centrodestra. Forse non è un caso che il Pd prima e i Cinque Stelle più di recente siano i due partiti più coinvolti in quel «Sistema» oscuro e a tratti occulto (un intreccio tra magistratura, politica e informazione) che ha gestito a suo piacimento l'attività giudiziaria degli ultimi vent'anni. Il «Sistema» prova quindi a resistere anche se ogni giorno deve correre a tappare una falla (anche ieri al Csm la sinistra giudiziaria ha subito un duro colpo perdendo clamorosamente la conta per l'elezione di un membro supplente).

In questo quadro, probabilmente, va iscritta la mia recente condanna per aver «diffamato» Napolitano da me ma non solo da me - più volte indicato come il regista della manovra politica giudiziaria che ha portato all'estromissione di Silvio Berlusconi dalla politica attiva. Non per insistere ma forse il giudice che ha emesso la sentenza non ha tenuto conto di tre o quattro fatti circostanziati che vado a riepilogare in sintesi. È vero o no che il presidente Napolitano, nell'estate del 2011, con il governo Berlusconi legittimamente insediato, convocò Mario Monti e Corrado Passera (all'epoca amministratore di Banca Intesa) per preparare nell'ombra un governo tecnico?; corrisponde al vero quanto sostenuto dal deputato Amedeo Laboccetta, cioè di aver assistito a una telefonata in viva voce in cui il presidente Napolitano spronava Gianfranco Fini a prendere le distanze da Berlusconi e spaccare il Pdl?; cosa si può intendere quando Luca Palamara racconta di aver gestito, da presidente dell'Anm, la stagione dell'attacco giudiziario a Berlusconi «in stretto contatto con il Quirinale» e di aver avuto più di un incontro sul tema con Napolitano stesso?

Mi fermo qui, penso che anche solo queste domande meritino risposte chiare e definitive, che il porsele non sia reato e che in assenza di smentite sia legittimo esprimere una propria libera opinione sul fatto che il Colle possa non essere stato un arbitro imparziale della contesa politica di

quegli anni burrascosi. Io capisco che la sinistra non voglia scoperchiare quel pentolone, facendolo si corre il rischio di dover riscrivere la storia. Ma non è a suon di querele e condanne che si fa un servizio alla verità.

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