Cultura e Spettacoli

Ci mancava l'"X Factor" fluido. Basta distinzioni uomo-donna

Il 16 settembre, scegliendo sul telecomando il canale Sky Uno, potrete assistere alla quindicesima edizione di X Factor, quella che promette di essere la più rivoluzionaria

Ci mancava l'"X Factor" fluido. Basta distinzioni uomo-donna

Il 16 settembre, scegliendo sul telecomando il canale Sky Uno, potrete assistere alla quindicesima edizione di X Factor, quella che promette di essere la più rivoluzionaria. Infatti la notizia, scritta così, non va bene. Dovremmo piuttosto riformularla: il ... settembr..., scegliendo sul telecomand... l... canal... potrete assistere al... edizion... di «XYNoBinaryGender Factor». Con infinito orgoglio (a questo punto ci riprendiamo le desinenze perché altrimenti non sappiamo come venirne a capo), nei trailer del programma si annuncia che l'edizione 2021 sarà, «liquida». Il primo esempio al mondo di un talent che rinuncia a qualsiasi etichetta. Perché chiunque vi partecipi possa sentirsi libero e sempre e comunque in sintonia con se stesso. Qualunque forma, genere, numero e caso decida di prendere il «se stesso».

Guai quindi alle categorie, guai alle classificazioni secondo l'identità binaria (maschi-femmine), ma guai anche alla distinzione tra gruppi, singoli, under, over. Talenti puri, liquidi, inetichettabili. Ogni giurato (saranno gli stessi dell'anno scorso: Emma, Manuel Agnelli, Mika, Hell Raton), sceglierà il concorrente più affine al proprio gusto musicale, semplicemente, senza divisioni di sorta. A condurre, al posto di Alessandro Cattelan, il giovane attore Ludovico Tersigni. «Nessuna etichetta, nessuna paura, nessuna categoria. Libero di essere chi sei. Sempre» è lo slogan che passa sulle immagini dei trailer. E nelle immagini dei trailer passano capelli verdi, donne curvy, transgender...

Tutte categorie che meritano di essere rappresentate e rispettate. Ma abbiamo la sensazione che nessuno sappia realmente come. Se li si potesse citare, senza incorrere nel rischio di ricadere in un'odiosa categorizzazione colonialista, diremmo che stiamo perdendo i punti cardinali. Ma non si può, appunto. Perché, seguendo lo stesso principio, chi può arrogarsi il diritto di stabilire se si trova più a Nord o più a Sud di qualcun altro? Perciò si mozzano le parole, si cancellano le desinenze, si eliminano i simboli e tutto ciò che sino ad ora è servito, banalmente, a comprendersi. Il tema è noto, il dibattito pure. E ovviamente il talent più moderno per eccellenza, spinge sull'acceleratore a tavoletta. Quale migliore occasione per dimostrare come sa spingersi avanti, gettarsi oltre, fare terra bruciata del «vecchio»? Quindi «schwa», asterischi, «u», «x» e tutto ciò che la fantalinguistica può fare per «includere» ed escludere la logica. Fermo restando che, dinnanzi a tanta sperticata delicatezza sintattica, a concludere il talent, sarà sempre e comunque un voto.

Che di solito stabilisce: tu sei dentro, tu sei fuori.

O forse, a «XYNoBinaryGender Factor 2021» avranno in serbo qualcosa anche per uscire da questa incresciosa impasse.

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