Una terapia che sta prendendo piede negli ultimi anni per la cura delle ernie discali e per i problemi alla circolazione arteriosa è l'ozonoterapia, così chiamata perché prevede l'utilizzo dell'ossigeno e (anche) dell'ozono. Questa terapia favorisce il rilascio dell'ossigeno ai tessuti e svolge diverse azoni: antinfiammatoria, analgesica, antimicotica e antibatterica.
Ne parliamo con il dottor Cristiano Fusi ( in foto ) , medico chirurgo specialista in Medicina Fisica e Riabilitazione e medico sociale dell'Ac Milan ( www.fusicristiano.it ) che da anni pratica l'ozonoterapia riscuotendo risultati più che soddisfacenti.
«È una terapia - spiega il dottor Fusi - di prestazione manomedica che può essere effettuata da un medico che non per forza deve avere una specializzazione particolare, ma deve avere dimestichezza con le infiltrazioni».
In quale campo viene applicata?
«In campo ortopedico-riabilitativo su tutto l'apparato muscolo scheletrico; in ambito linfoflebologico (come sclerosanti per capillari) e in campo estetico per combattere la cellulite».
Quali sono i costi previsti per ogni seduta?
«Nelle strutture convenzionate con il Servizio sanitario regionale si paga il ticket, nei centri fisioterapici privati (con prestazione solvente) si pagano circa 45-50 euro a seduta».
E quante sedute occorrono?
«Un ciclo è composto da circa 8 sedute, ma possono aumentare o diminuire; variano a seconda dalla tipologia della patologia da trattare; in media se ne effettua una la settimana, previa diversa indicazione».
I primi risultati-benefici?
«Si avvertono, in genere, tra la prima e la seconda seduta. Ma non essendo un farmaco, i risultati migliori si manifestano dopo 4-5 sedute».
Perché consiglia questa terapia?
«Non è dolorosa, permette di non interrompere le normali attività e la considero una terapia mirata in caso di ernia discale perché l'ozono “asciuga” la fuoriuscita del materiale gelatinoso del nucleo polposo che va a comprimere contro la radice»
Quindi, con l'ozonoterapia si potrebbe evitare il ricorso alla chirurgia?
«Dipende dalla tipologie di ernia: alcune sono talmente
invalidanti che necessitano esclusivamente dell'intervento». Controindicazioni?«È tossica se viene inalata, io la sconsiglio a chi ha patologie tumorali in atto (o pregresse da 3 anni) e alle donne in stato di gravidanza».
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