Il prossimo sarà l'anno delle celebrazioni per il centenario della Grande Guerra, conflitto cominciato nel 1914 ma che ha visto l'Italia entrare il 24 maggio del '15. Ma oltre che celebrare bisognerebbe anche rendere onore a chi per oltre tre anni ha combattuto e sofferto, a chi si è sacrificato. E non solo i soldati, ma anche i civili. Tra questi, c'è sicuramente la popolazione delle montagne vicentine, dove la Prima Guerra mondiale fu totale: investì borghi e paesi, lacerò la popolazione, impresse ferite che, a distanza di cento anni, fanno ancora fatica a rimarginarsi. La «Guera Granda», come viene chiamata da queste parti, fu fondamentale per gli italiani: secondo gli storici, infatti, è stato questo conflitto a «fare gli italiani». Si calcola che circa cinque milioni di persone di ogni estrazione sociale e geografica siano stati al fronte, fattore che ha sicuramente contribuito a creare una comunità nazionale. Dal 1915 al 4 novembre del 1918 la parte nord-orientale del Paese si trasformò in un gigantesco campo di battaglia con al centro il Veneto, scenario di scontri cruenti dove ancora oggi si possono vedere trincee, costruzioni militari, crateri scavati da granate o gigantesche mine. Un museo a cielo aperto, chiamato Ecomuseo Grande Guerra (www.ecomuseograndeguerra.it), progetto che riunisce le quattro province venete con l'obiettivo di salvaguardare e promuovere i siti teatri di battaglia, sensibilizzando le nuove generazioni.
Sulle vette delle montagne ci sono ancora i resti degli osservatori e dei forti militari, mentre gli ossari e i sacrari sparsi su tutto il territorio mantengono vivo il ricordo di chi morì durante quei tre anni e mezzo. Scenari e battaglie che alcuni scrittori, a quel tempo soldati, come Emilio Lussu, Ernest Hemingway, Robert Musil e Franz Kafka, hanno descritto e reso celebri. A Fossalta di Piave, in provincia di Venezia, una lapide ricorda il ferimento di Hemingway, colpito da una scheggia di granata mentre prestava servizio nella Croce rossa americana.
Il Pasubio, a
causa della sua posizione strategica, venne definito la montagna più contesa fra tutte sul fronte alpino. Tutto il territorio è segnato da trincee, fili spinati, gallerie, punti di osservazione, croci, cimiteri e monumenti- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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