Clandestino contro il decreto di espulsione, il giudice gli dà ragione

Un cittadino del Gambia risultato clandestino ha vinto il ricorso contro il decreto di espulsione: rimarrà in Italia da irregolare almeno finché non verrà pronunciato il verdetto definitivo sulla domanda di protezione internazionale precedentemente inoltrata

Clandestino contro il decreto di espulsione, il giudice gli dà ragione

Era stato espulso in quanto risultato clandestino, ma ha fatto ricorso in Cassazione e ha vinto. Il motivo? La convalida del provvedimento di espulsione è arrivata prima della decisione sulla concessione della protezione internazionale. E per questa ragione, un cittadino originario del Gambia potrà continuare a stare in Italia, pur non avendone i requisiti. Una vicenda che arriva da Perugia, riportata dalla testata online Perugia Today.

Tutto sarebbe nato a seguito di alcuni controlli di routine da parte delle forze dell'ordine, che hanno accertato come l'uomo fosse sprovvisto di permesso di soggiorno. L'africano fece presente di essere in attesa dell'esito della domanda di protezione internazionale precedentemente inoltrata (in un primo momento bocciata) ma non fu sufficiente per evitare il decreto prefettizio di espulsione con accompagnamento alla frontiera mediante forza pubblica, in quanto si trovava sul territorio italiano da irregolare. Una prima opposizione in tribunale si era peraltro risolta negativamente: il giudice di pace aveva ritenuto legittimo il provvedimento dopo che la commissione territoriale (con decisione confermata sia dal tribunale sia dalla corte di appello) aveva rigettato la richiesta di protezione internazionale.

Il giudice onorario perugino aveva anche rilevato come il decreto di espulsione fosse stato tradotto nelle lingue francese, araba ed inglese, non essendo disponibile un traduttore per i tanti dialetti parlati nello stato africano. Lo straniero decise a quel punto tramite il suo legale di ricorrere in Cassazione contestando il mancato annullamento della misura sia perché non tradotta nella lingua madre del ricorrente che perché non erano ancora del tutto scaduti i termini per impugnare il provvedimento della commissione territoriale che (nello stesso giorno della notifica del decreto espulsivo) aveva dichiarato inammissibile la domanda reiterata di protezione internazionale.

E il verdetto finale ha riconosciuto la fondatezza delle obiezioni. O meglio, della seconda obiezione: secondo i giudici, l'uomo avrebbe comunque compreso il testo in inglese (la lingua ufficiale del Gambia). È però stato riconosciuto valido il secondo motivo di ricorso relativo all’atto di impugnazione del decreto di espulsione e della reiterata richiesta di protezione: questa sarebbe stata presentata prima della emissione del provvedimento di allontanamento e ancora sub iudice. Questo perché al momento della decisione della causa promossa davanti al giudice di pace non si era ancora arrivati ad una pronuncia giudiziale definitiva.

L’espulsione sarà

quindi sospesa fino all'eventuale e definitivo rigetto della domanda di protezione internazionale, con rinvio al giudice di pace di una nuova udienza: almeno fino ad allora, l'uomo potrà restare in Italia.

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