"Massimo è un uomo dolce e affettuoso. Commentammo insieme il caso Yara, preoccupati per i nostri figli". È quanto ha dichiarato oggi in tribunale al processo a Massimo Bossetti, Nadia Arrigoni, la moglie di Agostino Comi, fratello di Marita Comi, moglie di Bossetti. Nadia e Marita sono legate da una profonda amicizia e confidenza. In aula ha risposto alle domande dell’avvocato dei Gambirasio, Enrico Pelillo, e dei difensori di Bossetti, gli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini. "Se Marita non fosse convinta dell’innocenza di Bossetti, l’avrebbe lasciato", ha dichiarato la cognata dell’imputato. Lei e il marito frequentavano spesso i coniugi Bossetti e, come ha raccontato Arrigoni in aula, in alcune occasioni avevano commentato il caso Yara esprimendo "preoccupazione per i nostri figli". Nadia Arrigoni in aula ha raccontato anche che in passato la famiglia Bossetti aveva avuto problemi economici in seguito ai quali aveva cambiato casa.
Nell’udienza di oggi a carico di Massimo Bossetti sono state sentite le sorelle di Massimo Maggioni, collega di cantiere verso il quale Bossetti avanzò dei sospetti durante l’interrogatorio nel 2014. Monica e Luisella Maggioni hanno parlato dopo Nadia Arrigoni, cognata di Bossetti. Hanno spiegato il loro stato d’animo e quello del fratello per la vicenda delle accuse formulate da Bossetti. I fatti risalgono a luglio 2014, durante l’interrogatorio: in quella circostanza il muratore di Mapello aveva affermato di soffrire di epistassi e di perdere spesso sangue, "anche mentre lavoravo" e di gettare il fazzoletto sporco di sangue nell’immondizia del cantiere di Palazzago, aggiungendo che Maggioni era presente spesso nel cantiere e poteva avere a disposizione quanto si gettava via. In sostanza, secondo Bossetti, il collega avrebbe potuto avere tracce del suo Dna prese da uno straccio o da un attrezzo del cantiere sporco di sangue: accuse che sono valse a Bossetti l’accusa di calunnia dopo le verifiche degli inquirenti. Le sorelle in aula hanno spiegato che Maggioni dopo le accuse "non dormiva più e che eravamo assediati dai giornalisti, non potevamo uscire di casa e abbiamo dovuto togliere i nomi dai citofoni. Ci sentivamo tutti gli occhi addosso". Sulla vicenda, lo scorso dicembre, proprio Bossetti aveva rilasciato dichiarazioni spontanee in aula precisando: "Non volevo accusare nessuno e ho avanzato solo un mio sospetto.
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