Guerra in Ucraina

"La conoscevo...". Bassetti ricorda la rianimatrice uccisa da una granata a Kiev

L'infettivologo ricorda Valentina Pushich, la rianimatrice di Kiev uccisa da una granata mentre prestava soccorso ai feriti di guerra. I due avevano lavorato assieme. "Addio, spero che la tua morte risvegli dal torpore le coscienze "

"La conoscevo...". Bassetti ricorda la rianimatrice uccisa da una granata a Kiev

Morta sotto le bombe, mentre svolgeva il suo lavoro di medico sul campo di battaglia. In servizio sino all'ultimo respiro. Aveva colpito e commosso la storia di Valentina Pushich, primario di anestesia e rianimazione a Kiev, uccisa nei giorni scorsi mentre prestava soccorso ai feriti di guerra nella 72esima brigata dell'esercito ucraino. La sua figura, descritta come eroica, ora viene ricordata con commozione anche da Matteo Bassetti, che conobbe personalmente la dottoressa vittima del conflitto.

In un post pubblicato sui social, il direttore della clinica di Malattie infettive del San Martino di Genova ha svelato di aver incontrato l'anestesista ucraina in passato e di aver collaborato con lei ad alcune ricerche scientifiche. "Conoscevo personalmente la collega Valentina Pushich una rianimatrice Ucraina con cui avevo collaborato in passato per vari progetti sui batteri resistenti agli antibiotici. È morta a Kiev pochi giorni fa svolgendo il suo lavoro di medico. La tenda in cui assisteva dei feriti è stata colpita da una granata russa", ha ricordato Bassetti a corredo di una fotografia che ritrae la donna in tuta mimetica, con un piccolo kit di soccorso tra le mani. "Romashka" - come la chiamavano gli amici - è morta così. Mentre faceva il suo mestiere: quello di aiutare gli altri. La donna stata sepolta in un cimitero di Kiev, avvolta nella bandiera dell'Ucraina.

Facendo memoria del suo coraggio, dimostrato nell'attività sul campo di battaglia, il professore ligure ha aggiunto: "Medici e infermieri, insieme a civili inermi, tra cui molti bambini muoiono ingiustamente ogni giorno a poco meno di 2000 km da casa nostra". E ancora: "Come le malattie, anche la guerra deve essere considerata un problema da risolvere e non un destino da abbracciare o apprezzare. La guerra, come le malattie mortali, deve essere prevenuta e curata precocemente. La violenza non è la medicina corretta: non cura la malattia, uccide soltanto tutti, senza guardare in faccia nessuno".

Nei giorni scorsi, Bassetti aveva affrontato il tema bellico da un punto di vista infettivologico, parlando dei possibili rischi di nuove varianti del Covid dovute alle persone non vaccinate in fuga dalla guerra. Ora, nel ricordo della collega uccisa dal fuoco russo, il tono del professore si è fatto addolorato e decisamente più personale. "Addio Valentina. Spero che anche la tua morte insieme a quella di tanti innocenti risvegli dal torpore le coscienze dei molti, che sembrano non volerle ascoltare.

Riposa in pace", ha concluso Bassetti.

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