Contagio, distanza e origine: ancora molti dubbi sul coronavirus

Qual è l'origine del coronavirus? Come avviene il contagio? Tanti ancora i dubbi sul Covid-19: "Serve tempo", dicono gli esperti

Contagio, distanza e origine: ancora molti dubbi sul coronavirus

Un paziente che ha sviluppato gli anticorpi del virus, per quanto tempo è immune? E, ancora, qual è la distanza di sicurezza giusta per scongiurare il contagio? Queste, e molte altre, sono le domande a cui fior fior di scienziati, medici e virologi di tutto il mondo stanno provando a dare dalle risposte ma, nonostante l'impegno profuso, il Covid-19 resta ancora un 'illustre sconosciuto'.

Dubbi, incertezze e qualche speranza a cui aggrapparsi per la guarigione. Tutto quello che sappiamo del virus, notizie certe e analisi incontrovertibili, si potrebbe contare sulle dita di una mano. Ovviamente, non per l'inadeguatezza di chi si spende alacremente nella ricerca di un vaccino o per la negligenza dei camici bianchi che combattono vis-à-vis col nemico, ma per la natura insidiosa del virus. Muta in tempi rapidi, si trasforma, e per questo motivo è difficile stargli al passo. Ma quali sono, nel dettaglio, le riserve ancora da sciogliere?

L'origine

È una delle questioni più dibattute sul Covid-19. Stando a quando riferiscono i report ufficiali, l'epidemia sarebbe esplosa lo scorso 31 dicembre, data in cui il governo cinese ha notificato un focolaio di polmoniti sospette nella città di Wuhan (provincia dell'Hubei). Ma indagini postume hanno rivelato che il patogeno avrebbe già circolato nei mesi precedenti sebbene il numero dei contagi non fosse stato tale da destare preoccupazioni o ingenerare allarmismi. Tralasciando l'ipotesi di un esperimento di laboratorio 'finito male' , di cui si è già ampiamente discusso in questi mesi, il nodo più intricato della vicenda resta quello della trasmissione uomo-animale. Quando è avvenuto il passaggio? Probabilmente ad ottobre ma si tratta solo di congetture e ricostruzioni approssimative. "Secondo un nostro studio, il salto di specie dal pipistrello all'uomo è databile a novembre - riferisce il professor Massimo Cicozzi, epidemiologo del Campus Bio-Medico di Roma al quotidiano Il Messaggero - ma l'intervallo di confidenza è tra ottobre e dicembre".
In Italia, invece, si ipotizza che Sars-CoV-2 sia approdato a gennaio, presumibilmente attraverso due indotti distinti: uno dalla Germania; l'altro direttamente dalla Cina. "Sono due ingressi indipendenti", secondo Ciccozzi. Ma, per tutto il resto, si brancola ancora nel buio.

Il contagio

La caratteristica più inquietante del coronavirus, quella che ha colto di sorpresa persino i massimi esponenti di virologia nel mondo, riguarda la rapidità di diffusione dell'epidemia: nessuno si aspettava che corresse tanto velocemente. In cinque mesi, si presume che abbia contagiato almeno 4,3 milioni della popolazione globale con un rapporto di 1 su 5. Ma i numeri potrebbero mentire e le cifre raggiungere picchi ben più vertiginosi di quelli fino ad oggi registrati. Una proiezione attendibile, secondo indagini congiunte di numerosi studiosi, riferiscono di stime 10 volte superiori ai dati ufficiali includendo i cosiddetti 'casi sommersi' e gli asintomatici. Ma dove avviene il contagio? Sicuramente nei luoghi affollati il rischio è maggiore ma, con grande sorpresa, il focolaio sembrerebbe svilupparsi in famiglia. Secondo un monitoraggio della Regione Lazio durante le settimane del lockdown, il contesto parentale sarebbe micidiale in termini di trasmissibilità del Covid-19 tra persone che vivono sotto lo stesso tetto. "Sappiamo che ha le dinamiche di contagio di un virus respiratorio, ma probabilmente in famiglia non facciamo abbastanza attenzione", spiega Picozzi.

Distanza di sicurezza

Un metro è sufficiente a scagionarci dall'eventualità di un contagio? Può darsi di sì ma non al punto da metterci le mani sul fuoco. Il distanziamento fisico, oltre alla sanificazione degli ambienti e alla cura dell'igiene personale, resta l'arma più efficace per la limitazione dei contagi, ma fornire delle misure al centimetro è impossibile. L'Oms raccomanda la cosiddetta 'distanza droplet' - 1, 82 metri - che si riduce nel momento in cui due potenziali interlocutori indossano entrambi dispositivi di protezione individuale (la mascherina, per intenderci). Tuttavia, nulla può esser dato per scontato. "Per questo motivo - chiarisce il professore - diciamo che nella Fase 2 bisognerà evitare una certa rilassatezza anche all'esterno e nei luoghi pubblici: è necessario per tutti mantenere alta l'attenzione. Servono mascherine, distanze e lavaggio delle mani".

Immunità e mutazioni

Chi ha contratto il virus, e dunque sviluppato gli anticorpi, per quanto tempo è immune? Difficile stabilire un periodo di immunità per un paziente guarito dall'infezione. Tutto dipende dalle mutazioni del virus, se perderà virulenza o troverà nuovi canali per introdursi nell'organismo.

"Il virus sta mutando - conferma l'esperto - ma come avviene in tutte le mutazioni, serve tempo per capire. Non sappiamo ancora se queste mutazioni lo stiano rendendo più buono o più cattivo. Dobbiamo studiarlo".

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