Coronavirus, quasi 1600 casi: 34 i morti, 83 persone guarite

Aumentano i contagiati dal Coronavirus in Italia raggiungendo quota 1694. I guariti sono 83 mentre per i 34 decessi registrati si attendono conferme dall'Istituto Superiore di Sanità

Coronavirus, quasi 1600 casi: 34 i morti, 83 persone guarite

"Il totale delle persone contagiate è di 1577". Questo l'aggiornamento sui dati del Coronavirus diffuso dal capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, nel tardo pomeriggio di domenica 1 marzo nel corso della consuetudinaria conferenza stampa dalla sede centrale della Capitale.

Intanto un dato positivo: il totale dei guariti è incrementato di 33 unità. Abbiamo 83 guariti”, ha dichiarato Borrelli. Quanto ai decessi, invece, resta ancora da accertare “la dipendenza della morte dal coronavirus" di compentenza dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS). Il 51% dei contagiati, ovvero 798 persone, “sono in isolamento domiciliare. - precisa il capo della Protezione Civile - Non hanno sintomi o hanno sintomi assolutamente lievi, da non richiedere cure ospedaliere”. Il 41%, quindi 639 contagiati, “sono ricoverati con sintomi (140 persone, di cui 106 in Lombardia) sono in terapia intensiva, pari al 9%”.

In sensibile aumento il numero dei contagiati nelle Regioni già coinvolte nell'epidemia tra le quali, resta in testa la Lombardia con 984 casi a cui seguono Emilia-Romagna 285, Veneto 263 , Piemonte 49, Liguria 25, Campania 17, Marche 25, Toscana 13, Sicilia 9, Lazio 6, Abruzzo 5, Puglia 3, 1 in Calabria e 1 nella provincia autonoma di Bolzano.

A fronte dei dati comunicati, Borrelli ha smentito l'eventualità di costruire nuovi ospedali per fronteggiare l'emergenza sanitaria: “Non bisogna dire che ci prepariamo a fare nuovi ospedali: noi lavoriamo sempre per affrontare ogni evenienza”, specificando che non si tratta di una misura in via d'esecuzione imminente: “Ci conoscete, siamo la Protezione civile, dobbiamo essere pronti a tutte le evenienze. Se avessimo bisogno potremmo fare anche quello. Si tratta di esercizi su scenari di rischio. Abbiamo già pensato a scenari, ma dipende dall’evoluzione della situazione. Ma in Italia abbiamo tante strutture che sono state ridimensionate che possono rientrare in campo”.

Il professor Giovanni Rezza dell’Istituto Superiore di Sanità, presente in conferenza stampa con Borrelli, ha spiegato che “le misure di contenimento sono iniziate una settimana fa e il tempo di incubazione medio è di 4-5-6 giorni, massimo 12-13 giorni. Prima di vedere un eventuale effetto dobbiamo aspettare un’altra settimana, 10 giorni”.

Stando a quanto riferisce l'esperto, il virus sarebbe stato già in circolo all'inizio di gennaio sebbene i primi episodi di contagio siano stati registrati solo ad inizio di febbraio: "I primi casi ricostruiti retrospettivamente risalgono all’inizio del mese di febbraio, ma l’infezione probabilmente già circolava nella seconda metà del mese di gennaio. Su questo stiamo facendo verifiche per fare ricostruzioni retrospettive oltre alle proiezioni".

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