Coronavirus

Coronavirus, ai carabinieri in trincea danno le mascherine scadute

La denuncia del Nuovo Sindacato Carabinieri in Lombardia: "Consegnate mascherine chirurgiche già scadute". Il caso dei gel disinfettanti

Coronavirus, ai carabinieri in trincea danno le mascherine scadute

Giuseppe Conte l'ha detto in videoconferenza da Palazzo Chigi, dandogli tutta l'ufficialità e l’importanza di questo mondo: nell'emergenza coronavirus, "le forze dell'ordine, le forze armate, i vigili del fuoco e i volontari della protezione civile sono le colonne portanti su cui si regge l'intero Paese". Per questo l'Italia ha il "vincolo morale e giuridico di garantire loro condizioni di massima sicurezza". Parole che avranno fatto piacere alle divise, anche se alcuni non hanno potuto non storcere il naso. Perché per quanto la Protezione Civile stia facendo "sforzi straordinari" per riuscire a "distribuire gratuitamente" dispositivi di sicurezza, qualcuno ha fatto notare che nel pieno dell'emergenza alle divise sono arrivate poche mascherine o flaconi di gel disinfettante. E in alcuni casi pure scaduti.

La denuncia arriva dal Nuovo Sindacato Carabinieri della Lombardia, che in una lettera inviata al Comando regionale ha messo nero su bianco tutte le problematiche sorte sul campo. I militari denunciano che il personale "è stato impiegato privo delle dotazioni di protezione individuale (DPI)" e senza "dettagliate disposizioni" sulle "procedure da adottare". Senza ordini chiari l'operatore è "costretto ad agire secondo il buon senso", e non sempre questo può equivalere "alla giusta linea operativa da seguire". Secondo il sindacato, "tale andazzo del 'non decidere'" da parte dei vertici "sgrava il comandante da ogni responsabilità a discapito dell’operatore". Ma a preoccupare è soprattutto il fatto che i carabinieri schierati in queste ore ai posti di blocco sarebbero esposti "ad un concreto rischio di contagio", soprattutto in caso vadano in servizio senza le dovute protezioni.

Che le mascherine anti-virus siano diventate il diamante del 2020 era chiaro ormai da giorni, visto che in Lombardia non se ne trova una neppure a pagarla a peso d'oro. Anche il Viminale in una circolare, rivelata dal Giornale, aveva ammesso la "difficoltà di approvvigionamento" delle maschere, imponendo alle questure di distribuirle in maniera selezionata solo al personale "in immediato contatto con il pubblico”. Il problema, a sentire il sindacato, sembrerebbe esserci pure nell’Arma dove però pare si sia andati anche oltre. Nei giorni scorsi alcuni militari avevano segnalato di aver ricevuto flaconi di gel disinfettante scaduto già ad agosto (guarda la foto), come peraltro successo pure a Firenze per la polizia. Il prodotto non è dannoso, ovviamente. Ma risulta inutile, perché perde "la componente alcoolica" e diventa quindi "inefficace". Il problema sarebbe poi stato risolto con l'invio delle nuove forniture, ma ora la storia si ripete: "In queste ore - scrive il sindacato parlando della Lombardia - sono state consegnate mascherine chirurgiche già scadute, segno della totale noncuranza del personale che, sinora, ha permesso il contagio accertato di 11 militari e 74 asintomatici in quarantena". La foto (guarda) ottenuta dal Giornale.it, in effetti, mostra un pacco di maschere da 50 pezzi, fuori corso da dicembre 2019. "Si tratta di vecchie distribuzioni - replica il tenente colonnello Michele Miulli, comandante del reparto operativo di Milano - Le posso garantire che i Dpi distribuiti alla radiomobile e ai reparti attualmente in servizio sono in corso di validità". Almeno quelle del comando provinciale di Milano.

Per evitare di mettere "a repentaglio l’incolumità" dei carabinieri in servizio, il sindacato chiede allora procedure chiare, "l'igienizzazione dei veicoli" (visto che il Covid-19 "permane sulle superfici per diverse ore") e l’autorizzazione ad utilizzare l'uniforme operativa invece di quella standard. La richiesta può sembrare sciocca, eppure è di natura pratica: "La prima - si legge nella lettera - può essere lavata in lavatrice (anche a sostenute temperature), mentre la seconda deve essere lavata ‘a secco’ in lavanderie e non in tempi ridotti". Se bisogna sconfiggere il virus, nulla può essere lasciato al caso. Anche perché, mentre in Italia continua a crescere il numero di positivi (14.955) e deceduti (1.266), anche l'Arma sta scontando un bollettino allarmante con 85 militari coinvolti solo in Lombardia. "Numeri che - teme il sindacato - sono destinati a crescere esponenzialmente, anche nella considerazione che i 74 in quarantena torneranno in servizio senza aver effettuato il test che ne scongiuri la positività. Aumentando così la probabilità di diffusione del virus all'interno delle caserme". Si spera che almeno per loro ci siano le mascherine.

Magari non scadute.

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