Coronavirus

Coronavirus, Bolzano: Daspo per i non residenti

La denuncia è arrivata da Alessandro Urzì (FdI). I non residenti se ne devono andare dal territorio

Coronavirus, Bolzano: Daspo per i non residenti

In piena emergenza coronavirus, la provincia di Bolzano “ha ordinato ai non residenti di lasciare il territorio”. La denuncia è arrivata da Alessandro Urzì, consigliere della provincia autonoma di Bolzano e della Regione Trentino Adige per Fratelli d’Italia – L’Alto Adige nel cuore. “In un momento di emergenza sanitaria nazionale la Provincia di Bolzano “ordina” con un provvedimento ufficiale l'allontanamento per tutti i non residenti in Alto Adige, invitandoli a tornare presso la residenza di appartenenza per non intasare la sanità locale. Un'ordinanza che ho subito chiesto di ritirare per rispetto delle norme vigenti e del diritto costituzionale alla Salute che deve valere per tutti i cittadini italiani in ogni parte del Paese” queste le parole di Urzì.

In tempo di coronavirus cacciati i non residenti

L'ordinanza è stata firmata dal presidente Kompatscher e ordina a tutte le persone che non hanno la propria residenza in Alto Adige di fare immediato ritorno al proprio domicilio di residenza. Non è quindi solo rivolta a turisti, proprietari di seconde case, lavoratori stranieri o villeggianti. Ma anche a lavoratori e famiglie di italiani. Il provvedimento sarebbe anche volto a liberare il sistema sanitario regionale da possibili pazienti affetti da coronavirus, che dovrebbero invece ricadere sui propri medici di base. Il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia ha anche sottolineato che in questo modo viene azzerato “senza alcuna logica morale il presupposto dell’unitarietà nazionale del sistema di protezione della Salute per cui l’assistenza sanitaria è un diritto costituzionale per ogni cittadino a prescindere dal luogo in cui si venga a trovare nel momento di un eventuale bisogno”. Per Urzì questa ordinanza è discriminatoria e illegittima.

Alcuni lavoratori non hanno cambiato residenza

Anche perché coinvolge dipendenti che lavorano in Alto Adige senza però aver modificato la propria residenza, come per esempio operatori delle forze di polizia, militari, insegnanti, operatori dei servizi di trasporto, dipendenti di grandi imprese impiegati in diversi settori. Questi vivono e hanno casa nella Regione senza avere però la residenza. Infine Urzì si chiede se, dopo l’ordinanza di Kompatscher queste persone possano essere cacciate da un giorno all’altro. E se “si ritiene che un eventuale malato non altoatesino debba essere lasciato per strada fuori dai nostri ospedali”.

Della stessa idea Stefania Gander

Gli fa eco Stefania Gander (Italia Viva) che ha così commentato la recente ordinanza della provincia: “Questa ordinanza è inaccettabile, non è possibile che la provincia emani una ordinanza del genere”. Sottolineando che c’è anche personale sanitario che lavora senza aver cambiato residenza.

Oppure famiglie trasferite da poco, i cui componenti non hanno ancora tutti la residenza.

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