Coronavirus

Ad Agrigento paura per il virus: i negozi cinesi restano deserti

Dopo la diffusione delle notizie sui casi di contagio dal virus cresce l'apprensione tra la gente, ad Agrigento, ad esempio, in molti hanno paura per via degli importanti flussi turistici alla valle dei templi, intanto i negozi gestiti dai cinesi rimangono vuoti e si registra un brusco calo del volume degli affari

Ad Agrigento paura per il virus: i negozi cinesi restano deserti

Aumentano le vittime colpite dal coronavirus in Cina e sono anche in crescita i casi di contagio in tutta la Nazione coinvolta da questa epidemia. Contestualmente, cresce anche l’apprensione per un eventuale rischio di contagio su scala mondiale nonostante i diversi protocolli adottati per evitare che ciò avvenga. Il virus fa paura e sta generando in alcuni casi una vera psicosi fra le persone. Anche in Italia il timore sta divenendo più forte, soprattutto dopo l’accertamento dei due casi di contagio a Roma. Inevitabilmente, l'apprensione si fa sentire anche in quelle città dove sono presenti le comunità dei cinesi.

Un periodo difficile per gli asiatici residenti nella nostra Nazione. Alcuni di loro fanno sapere di essere in qualche modo trattati con distacco proprio come se fossero dei portatori di virus, pur non essendosi mai allontanati dal territorio italiano da quando si è diffusa l’epidemia. Molti cinesi, titolari di diverse attività commerciali, stanno registrando un netto calo degli affari proprio per questo motivo. Ad Agrigento, ad esempio, tutta la via Imera, da anni ospita numerosi negozi i cui titolari sono proprio i cinesi. Se in un primo momento, il volume delle vendite non aveva subito alcun effetto causato dalla psicosi da coronavirus, adesso che si parla di centinaia di vittime e migliaia di contagi, pare che in pochi si rechino dentro i negozi in questione. In città è presente anche una piccola comunità originaria di Wuhan, il paese in cui si è sviluppato il focolaio del virus. Tra loro, i titolari di un punto vendita che adesso sta registrando un brusco calo degli affari. Alla richiesta di parlare di come stiano vivendo questo momento, preferiscono tacere.

In città comunque dilaga la preoccupazione per via delle visite programmate nella valle dei templi da parte di cittadini provenienti da diverse parti della Cina. I turisti in questione, negli ultimi venti giorni, stanno incrementando le visite in città a seguito della creazione di una piattaforma per l’ospitalità predisposta nel 2016 dalla Coopculture e rivolta proprio ai visitatori cinesi. Nei prossimi giorni sono previsti altri nuovi arrivi. Gli ospedali di tutto il territorio provinciale non dispongono di un reparto per le malattie infettive e questo accresce le preoccupazioni nell’eventualità che,malauguratamente, occorra dover far fronte a delle emergenze.

Un altro elemento che fino a ieri ha destato preoccupazione è stato quello relativo al noto evento del de “Il Mandorlo in Fiore” che, come ogni anno, celebra le tradizioni folcloristiche di diverse nazioni. Fra gli ospiti internazionali che avrebbero dovuto portare nella Città dei Templi la propria cultura popolare vi era anche la Cina. Fino a due giorni fa, non era ancora pervenuto in segreteria alcun documento relativo alla disdetta della partecipazione del gruppo folcloristico in questione.

Ieri, la notizia ufficiale del loro ritiro dalla kermesse.

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