In questi giorni di delirio da coronavirus, di psicosi e di accuse reciproche tra i palazzi del potere, è utile leggere. È utile anche riflettere su questi assalti a casematte inespugnabili costruite a colpi di paura e con il sacrificio di molti. In questi giorni qui, insomma, fa compagnia e dà sicurezza il diario quotidiano che il giornalista Toni Capuozzo scrive su Facebook.
“Non siamo soli”, spiega Capuozzo. Anche la Repubblica di San Marino è messa male: un contagiato. È vero ha 88 anni ed è ricoverato a Rimini. Non so quale sia il governo di San Marino, quali siano i media, come stiano a mascherine e come vadano a percentuali, ma adesso tocca a loro. E noi?“Non so perché, ma mi sento sollevato. Non ho mai provato paura, solo preoccupazione per i miei cari e per il mio Paese, ma mi sento come se fosse finito o stesse finendo un incubo. Con chi dovrei prendermela, se davvero è stato più psico che dramma? Forse con il destino cinico a baro? Mi restano, come un retrogusto amaro dopo una sbornia, alcune convinzioni e alcune domande”.
Il giornalista le stila una dietro l’altra. La prima: la sottovalutazione quando invece di prepararsi ci spiegavano che il problema è il razzismo. Siamo sorpresi quando arriva il contagio. E credevamo, vantandocene, di essere stati i più furbi di tutti, bloccando i voli dalla Cina e finendo per non sapere chi e come tornava dalla Cina, italiano o cinese che fosse. E controllando con i termometri, quando poi scopriamo il paziente zero può essere asintomatico, a 36 gradi.
Allarme generale, l’Italia chiude per tutto (lutto no, muoiono solo poveri vecchi….che pena). Contrordine compagni, era poco più di un’influenza. Milano riparte. Il ritorno alla normalità è anche ritorno alla politica: Salvini che chiede governo di unità nazionale, Renzi anche, ma dopo, Conte che risponde: sono io il governo di unità nazionale.
Restano alcune domande per ogni punto, risalendo all’indietro: non abbiamo nessuna prova che con un governo Salvini/Meloni o Renzi con chiunque altro sarebbe andata diversamente. L’unica cosa certa è che il virus per molti parlamentari, e specie quelli con sondaggi disastrosi, sono le elezioni. Ho il ricordo del terremoto in Friuli: tutti i partiti sospesero le guerre, come con le Olimpiadi greche. Non era meglio se parlavate di unità prima, al primo sentore che il contagio sarebbe arrivato? Impreparati, tutti, anche in questo.
Altro punto. Ma se il pandemonio di stampa e tivù è il responsabile della psicosi dei giorni scorsi e abbiamo fatto male a credergli, perché dovremmo credergli adesso che fanno retromarcia? Pentimento o velina? “Calma ragazzi”, scrive Capuozzo. “Ma ci dovete ancora spiegare perché chiudono chiese e scuole e non uffici, e i bar dopo le 18. È un virus mattutino, pomeridiano, serale, notturno, non lavorativo, feriale?”, sottolinea con ironia. “Va bene, siamo i più contagiati al mondo solo perché facciamo più controlli. Ma com’è che quando i controlli li fanno, dalla Nigeria all’Olanda, i primi contagiati sono italiani? Va bene, è solo sfortuna, o il virus è razzista. O gli altri non dicono il vero, sovranisti tedeschi e francesi, avvolti dalla bandiera blu europea”.
Solo ieri Capuozzo si era lasciato andare a una riflessione sull’impennata di influenze stagionali in Germania. Si era chiesto: “Il ministro della Sanità, che si è visto con il suo omologo tedesco, gli ha chiesto se qualcuno tra gli ottantamila casi di influenza in Germania è sospetto o meno? E chiedere se per caso si sono permessi il lusso di non chiudere bottega, mentre noi ci sparavamo sui piedi, con il premier in maglioncino nella protezione civile, il tutto chiuso, e il governatore di Lombardia con mascherina, e le disdette del turismo e tutto il resto?”
Ah, non glielo ha chiesto, gli ha spiegato come funziona il modello italiano di record dei contagi. Poi l’affondo finale.
Forse la farà Carole Rackete, questa domanda al suo governo, meno irrispettosa e meno coraggiosa di quelle che hanno fatto a lei i media italiani. "In fondo non si tratta di speronare i blindati delle Sturmtruppen. Solo una domanda sulla transparenz, come si dice in tedesco".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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