Ecco perché 14 giorni di stop possono "bloccare" il Coronavirus

I ricercatori dell'università americana lo scrivono in una rivista scientifica

Ecco perché 14 giorni di stop possono "bloccare" il Coronavirus

Un periodo di incubazione di 5 giorni e la manifestazione dei sintomi dopo 11, quindi è giusto un periodo di quarantena di 14 giorni. Sono i risultati che emergono da uno studio della John Hopkins University, ateneo americano tra i più prestigiosi al mondo, che ha pubblicato i dati di una ricerca sulla rivista scientifica Annals of Internal Medicine.

L'articolo, dal titolo "The Incubation Period of Coronavirus Disease 2019 (COVID-19) From Publicly Reported Confirmed Cases: Estimation and Application" si basa sulle analisi aggregate dei casi confermati di Covid-19 segnalati tra il 4 gennaio e il 24 febbraio in 50 aree territoriali al di fuori di Wuhan.

Lo studio è stato condotto su 181 casi di Coronavirus provenienti soprattutto dalla zona di Hubei, con attenzione a quelle persone che potevano "stimare" l'ipotesi di contagio dato che avevano viaggiato da o verso Wuhan, città cinese da cui dovrebbe essere partita l’epidemia. I ricercatori hanno registrato il possibile periodo dell’esposizione, l’insorgenza della tosse e della febbre: è emerso così che il tempo di incubazione più frequente della malattia è di 5,1 giorni e che nel 97,5% dei casi i sintomi compaiono entro 11,5 giorni dall’infezione.

Il periodo medio di incubazione è stato stimato in 5,1 giorni (IC al 95%, da 4,5 a 5,8 giorni) e il 97,5% di coloro che sviluppano sintomi lo farà entro 11,5 giorni (IC, da 8,2 a 15,6 giorni) dall'infezione. Queste stime implicano che, secondo ipotesi conservative, 101 casi su 10.000 svilupperanno sintomi dopo 14 giorni di monitoraggio attivo o quarantena.

La ricerca ha dimostrato, inoltre, che il periodo di quarantena di 14 giorni ai fini di controllo e prevenzione delle malattie per coloro i quali siano stati potenzialmente esposti a coronavirus sarebbe un “periodo di tempo ragionevole per monitorare gli individui e lo sviluppo della malattia”.

Le ricerca della John Hopkins University sono considerate tra le statistiche più autorevoli e tra le più utilizzate dagli operatori mondiali

dell’informazion. Il JH ha istituito un Coronavirus resource center a ridosso dello scatenarsi dell’emergenza di Wuhan e da allora elabora i dati statistici provenienti dai singoli governi e dall’Organizzazione mondiale della sanità.

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