Coronavirus

Coronavirus, Ferrante (Iccs): "Non riusciamo a dimettere i pazienti"

Il direttore sanitario dell'Istituto clinico Città studi ribadisce le criticità del nosocomio lombardo: dalla mancanza di posti letto a quella di farmaci e la carenza di personale

Coronavirus, Ferrante (Iccs): "Non riusciamo a dimettere i pazienti"

La difficoltà a dimettere i pazienti. "Troppi problemi e pochissime possibilità di confronto. Non possiamo andare avanti così”. Lo evidenzia Pasquale Ferrante, direttore sanitario dell'Istituto clinico Città studi (Iccs) di Milano. Il medico analizza senza polemiche i problemi che il nosocomio lombardo sta affrontando in questa emergenza.

Le difficoltà dell’Istituto

Ferrante racconta di aver scritto alla centrale operativa della Regione Lombardia senza avere una risposta e ribadisce le criticità: dalla mancanza di posti letto a quella di farmaci e la carenza di personale.

In questo momento l’Iccs deve gestire 180 pazienti, “un numero enorme - spiega il direttore sanitario a Il Sole 24 Ore - se teniamo conto del fatto che come ci è stato chiesto dall'unità di crisi abbiamo lasciato aperto il pronto soccorso anche per le altre emergenze, differenziando il percorso per evitare che i malati Covid, circa 20 ogni giorno, contagino gli altri pazienti”. Ferrante sottolinea inoltre che il nosocomio deve fare i conti con l’elevato consumo di ossigeno che ha mandato in tilt l’impianto di erogazione in quanto la struttura era tarata su un numero di degenti diverso da quello attuale. “Siamo arrivati a consumare più del 100% del consumabile”, precisa il medico. Basti pensare che per ovviare all’emergenza l’ospedale ha acquistato un grosso serbatoio da campo e l’ha posizionato nel cortile del pronto soccorso.

Le dimissioni dei pazienti

Ferrante evidenzia che esistono due possibilità per dimettere i pazienti. Chi ha un’area isolata in casa, ovvero camera e bagno singoli, può tornare nella propria abitazione mentre gli altri vengono inseriti in un programma centralizzato regionale per le dimissioni. Queste persone vengono poi distribuite nelle strutture dedicate alla convalescenza come l’ospedale militare di Baggio, l'Hotel Michelangelo, la Fondazione Maugeri.

Ma a questo programma - continua il direttore sanitario - noi non riusciamo neanche a far arrivare la richiesta, rendendoci inefficaci se a fronte di 20 pazienti che arrivano al pronto soccorso ogni giorno non siamo in grado di dimettere neanche i cinque degenti che sono guariti".

I farmaci e il personale

Ferrante ricorda la difficoltà di reperire i farmaci antiretrovirali, che qualche giorno fa sono stati autorizzati dall’Aifa per la cura dei pazienti colpiti dal virus. “Ho le risposte ufficiali delle aziende farmaceutiche davanti a me - spiega il direttore -: non sanno né quando né quante confezioni riusciranno a fornirci”.

Infine, l’Iccs necessita di medici, infermieri e operatori sanitari, "ma a differenza degli ospedali pubblici - conclude Ferrante - non rientriamo nell'elenco apposito per richiedere personale aggiuntivo".

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