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Coronavirus, Iss: "Trasmissione aerea non è da escludere"

Il presidente dell'Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, è stato chiaro: "In alcuni studi non si esclude che ci possa essere una trasmissione del coronavirus in via aerea"

Coronavirus, Iss: "Trasmissione aerea non è da escludere"

Nel corso della presentazione del report epidemiologico sul nuovo coronavirus il presidente dell'Istituto superiore di sanità (Iss) Silvio Brusaferro ha fatto il punto della situazione.

Da un punto di vista scientifico, ha spiegato Brusaferro, "in alcuni studi non si esclude che ci possa essere una trasmissione in via aerea, non solo tramite contatti con altre persone". In altre parole l'infezione si potrebbe trasmettere "tramite una carica infettante che entra in contatto con una persona e fa sì che il virus si riproduca". Questa è al momento soltanto un'ipotesi e servirà ancora del tempo prima di avere in mano certezze assolute.

Per quanto riguarda la correlazione tra polveri sottili e mortalità, l'Iss frena: "C'è un dibattito acceso su questo tema ci sono una serie di evidenze che abbiamo anche da prima sulla correlazione fra polveri sottili e infezioni respiratorie. È un dato noto, che conoscevamo e che colpisce anche i bambini e ha quindi una asincronia rispetto al quadro epidemiologico attuale. L'aumento dell'esposizione a queste polveri favorisce l'insorgenza di infezioni”. Insomma, anche qui il dato va approfondito e letto "tenendo contro delle dinamiche attraverso le quali si diffonde il contagio Covid-19".

Parlando invece dei contagiati, Brusaferro ha sottolineato come "nelle regioni del centro-sud i numeri, per quanto contenuti" siano "in calo come nel resto del paese". Ma perché in Lombardia c'è stata una propagazione più intensa del coronavirus rispetto al resto del Paese? "La prima zona rossa era in zona densamente abitata e interconnessa con grande mobilità delle persone. Nella prima fase ha faciltato il contagio, è un dato obiettivo", ha aggiunto il presidente dell'Iss.

Fase 2 e obiettivi da raggiungere

In vista del futuro ci sono degli obiettivi da raggiungere. "Il fatto che le curve scendono – ha evidenziato Brusaferro - è un segnale positivo e ci fa auspicare che possiamo controllare questa epidemia, ma lo possiamo fare solo se ci distanziamo. I punti essenziali sono che il numero dei contagi non deve superare l'R0 uguale a 1 e questo è l'obbiettivo prioritario, altrimenti la curva riparte e nessuno di noi vuole questo".

Guai a "deflettere dalle misure messe in campo fino a oggi". È dunque fondamentale proseguire con il distanziamento sociale e l'igiene personale. Le mascherine sono importanti ma "da sola non è sufficiente".

Che cosa succederà nella fase 2? Brusaferro sembra avere le idee chiare: "Vorremmo estendere il tampone nel territorio per intercettare precocemente gli infetti, magari asintomatici.

In Regioni con bassa circolazione del virus si può spingere sul contact-tracing, non puntiamo a un numero di tamponi, dipende dall'obiettivo".

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