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Coronavirus, l'Aifa: "Medici di famiglia potranno prescrivere farmaci anti-Aids"

Intervenuto a Radio Capital, il direttore generale dell'Aifa Nicola Magrini ha aperto alla possibilità di curare il Coronavirus con i farmaci per l'Hiv. Non meno di due anni, invece, per avere in commercio nuovi farmaci contro Covid-19

Coronavirus, l'Aifa: "Medici di famiglia potranno prescrivere farmaci anti-Aids"

"Stiamo lavorando per autorizzare a breve i medici di famiglia a prescrivere i farmaci anti-Aids": così Nicola Magrini, direttore generale dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), ha "aperto" sulla possibilità di combattere il Coronavirus anche con le attuali terapie per l'Hiv.

"Cautela"

La notizia è arrivata nel corso della trasmissione radiofonica "Circo Massimo" in onda su Radio Capital. Magrini, però, ha opportunamente specificato che "su alcuni farmaci serve cautela, ad esempio per gli antimalarici come la clorochina". Il perchè è legato ad "alcuni rischi non piccoli e la loro prescrizione di massa va considerata con cautela", ha aggiunto.

"Buoni dati..."

Nel corso dell'intervista, il direttore Magrini ha espresso ottimismo riguardo ai segnali positivi di una leggera inversione di tendenza di nuovi casi negli ultimi giorni. "Se per svolta intendiamo un cambiamento di direzione, non siamo fuori da questa crisi emergenziale che ha sconvolto gli ospedali, ma i numeri, da diversi giorni, parlano chiaro: c'è una chiara decrescita dei nuovi casi ed è di fondamentale importanza" ha dichiarato, invitando tutti gli italiani a "rimanere assolutamente in casa".

Nuovo farmaco in due anni

Va bene l'ottimismo, ma alcuni processi non possono abbreviarsi, purtroppo. È quanto sottolineato da Magrini che su un farmaco tutto nuovo contro il Covid- 19 è necessario del tempo. "Il processo per la scoperta e la validazione di un farmaco è di almeno un paio d'anni" afferma, lodando il sistema italiano le cui ricerche "stanno dando risultati promettenti" ma bisogna mettersi il cuore in pace perché nuovi farmaci "sono molto lontani dall'arrivare".

A tal proposito, ha riportato l'esempio olandese del nuovo farmaco monoclonale di cui si parlava la settimana scorsa. "Loro non inizieranno la sperimentazione nell'uomo prima di un anno e i dati definitivi non ci saranno prima di 24-28 mesi", ha aggiunto.

"Brutto ma non bruttissimo"

Rispetto ad altri virus, Covid-19 viene definito "un brutto virus ma non bruttissimo, perché Sars e Mers avevano una mortalità molto più elevata. Questo è più grave, come profilo, dell'influenza stagionale, ma non è il virus del terrore che si vede in alcune trasmissioni, che lo profilano con audio da fine del mondo e immagini in bianco e nero", ha dichiato Magrini nel corso del suo intervento radiofonico.

Alcune criticità

Sulla carenza di alcuni farmaci e sulle terapie antivirali (tra cui alcune terapie anti-Hiv) che sempre più persone chiedono come terapia preventiva, Magrini ha invitato alla cautela. "Attenzione a dire che ci sono trattamenti preventivi da fare con così pochi dati", avverte. Per quanto riguarda la mancanza, invece, di alcuni anestetici "ci stiamo lavorando - dice - perché sono assolutamente necessari, c'è stata una carenza anche distributiva. Non è vero, invece, che c'è stata una mancanza di ossigeno e di insulina almeno a livello ospedaliero.

Per l'ossigeno domiciliare c'è stato qualche caso locale", ha concluso Magrini.

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