Coronavirus

Ecco qual è la data "zero morti"

Bisognerà valutare che tipo di impatto avranno le riaperture previste per i prossimi 4 e 18 maggio: "Gli effetti sui decessi della parziale riapertura li vedremo solo all’inizio di giugno, quelli della seconda si vedranno nella seconda metà di giugno"

Ecco qual è la data "zero morti"

I contagi e le morti a causa del Coronavirus sono in calo nel nostro Paese, ma l'imperativo resta quello di non abbassare la guardia, anche per non vanificare i sacrifici fatti in questo periodo terribile.

I dati di cui siamo in possesso, anche se potrebbero differire dai numeri reali per tutta una serie di limiti nella capacità di monitorare la situazione su tutto il territorio nazionale, non da ultimo l'impossibilità di fare a tutti un tampone faringeo, parlano di 26977 decessi ed un numero di contagi complessivo dall'inizio della pandemia pari a 199414 unità.

Stando agli ultimi aggiornamenti risulterebbero 105813 casi ancora attivi, dei quali 1956 ricoveri in terapia intensiva. Nella giornata di ieri si sono purtroppo registrati altri 333 morti per Coronavirus e 1739 nuovi contagi, numeri in calo rispetto all'ultimo periodo ma non ancora sufficienti per pensare di voltare immediatamente pagina.

A parlare per spiegare la situazione ed ipotizzare i prossimi sviluppi su "Il Corriere" è l'amministratore delegato del Centro medico Santagostino Luca Foresti. "Il numero di morti ufficiali è salito esponenzialmente, cioè raddoppiando ogni tre giorni, ma scende linearmente, a una velocità molto più bassa", esordisce.

"Tra il 27 marzo, giorno del picco di decessi, e il 27 aprile siamo passati da circa 970 morti al giorno a circa 300. L’andamento, fatte salve le fluttuazioni giornaliere, può essere disegnato con una retta", racconta Foresti, fisico e matematico."Dal 27 marzo ogni giorno ci sono stati in media 21 morti in meno. Per arrivare a zero decessi ufficiali, se il calo continuerà agli stessi ritmi, ci vorranno altri 20 giorni circa", ricostruisce l'amministratore delegato, sulla base di un raffronto tra i numeri che si sono potuti registrare dall'inizio della pandemia. Un modello, quello ricostruito, che non può comunque tenere in considerazione la variante del 4 maggio, ossia quella della cosiddetta "Fase 2", durante la quale le condizioni, anche se lievemente, cambieranno nel nostro Paese a causa di un primo allentamento del lockdown. Ogni volta che si farà un passo in più verso la riapertura del Paese, i numeri e le percentuali per quanto riguarda il Coronavirus potrebbero variare nuovamente.

"Noi oggi non sappiamo l’effetto che queste riaperture avranno sui nuovi casi. Sappiamo solo che i decessi arrivano circa 22-23 giorni dopo il contagio", sottolinea l'amministratore delegato del Centro medico Santagostino parlando proprio in previsione delle nuove fasi di apertura. La prima quella del 4 maggio."Anche se scenderanno i morti, però, potrebbe riprendere a diffondersi il contagio. Gli effetti sui decessi della parziale riapertura li vedremo solo all’inizio di giugno", spiega Foresti. La seconda fase di allentamento è invece prevista per il prossimo 18 maggio, e anche in questo caso potrebbero esserci delle ripercussioni.

"Gli effetti della seconda riapertura si vedranno nella seconda metà di giugno", conclude.

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