Coronavirus

Il "paziente 1" sarà dimesso lunedì mattina

Mattia M., il cosiddetto 'paziente 1' risultato positivo al Coronavirus, sarà dimesso lunedì. A darne notizia l'assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera

Il "paziente 1" sarà dimesso lunedì mattina

"Mattia, il cosiddetto 'paziente 1', sta molto meglio e nei prossimi giorni, entro il weekend e al più tardi lunedì, verrà dimesso". È l'annuncio che Giulio Gallera, assessore della Regione Lombardia, ha diffuso nel consuetudinaria diretta social relativa agli aggiornamenti sui dati del coronavirus.

Un tenue barlume di speranza che, per qualche minuto, oscura il dramma di queste settimane vissute al cardiopalma. Dopo circa un mese di tribolazioni, Mattia, il 38enne di Castiglione d'Adda positivo al Covid-19, potrà ricongiursi alla moglie Valentina, incinta alla 37esima settimana di gravidanza. Un calvario lungo e travagliato quello del podista lodigiano diventato, suo malgrado, noto alle cronache per essere stato il primo paziente italiano contagiato dal nuovo virus nel focolaio della Bassa.

Tutto è cominciato una insospettabile sera di febbraio. Mattia, manager Unilever e runner per passione, manifesta uno stato febbrile preoccupante accompagnato da una severa sofferenza respiratoria. Il malessere perdura per circa una settimana fino a quando, nella notte tra il 20 e il 21 febbraio, è costretto a rivolgersi al pronto soccorso dell'ospedale di Codogno per chiedere aiuto. I medici che lo assistono riscontrano una preocupante quanto anomala infezione polmonare. Dopo un inziale momento di smarrimento, la dottoressa Annalisa Malara, anestetista presso la struttura, sospetta si tratti di una patologia virale. Così, sottopone il 38enne al tampone faringeo; l'esito del test fuga ogni dubbio: si tratta di coronavirus. Il podista viene trasferito immediatamente all'ospedale San Matteo di Pavia dove viene intubato e supportato con ventilazione assistita. Le sue condizioni sono disperate al punto che, per molti giorni, il bollettino medico non evidenzia segnali di recupero. Gli specialisti che si fanno carico del caso, Raffaele Bruno e Francesco Moioli, azzardano cure disperate: si tenta il tutto per tutto pur di salvargli la vita. E alla fine, un cocktail di antivirali e farmaci utilizzati per contrastare l'Hiv lentamente riescono a guarirlo. Il 10 marzo, l'equipe del presidio pavese, annuncia che Mattia ha ripreso a respirare autonomamente e presto sarà trasferito in reparto. Oggi, la lieta notizia che conferma le indiscrezioni già trapelate in sordina questi giorni.

Una storia a lieto fine che rimargina, almeno in parte, le ferite più dolorose. Lì, fuori dalla porta dell'ospedale, c'è una vita nuova in attesa di venire al mondo e Mattia è pronto ad accoglierla tra le sue braccia.

Le braccia forti di un neo papà.

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