Coronavirus, meno pazienti nelle terapie intensive. 636 morti in un giorno

Per il terzo giorno consecutivo diminuiscono i pazienti in terapia intensiva. Flessione anche per i nuovi malati (+1.941). I guariti sono in totale 22.837

Coronavirus, meno pazienti nelle terapie intensive. 636 morti in un giorno

La situazione del contagio da coronavirus in Italia resta ancora stabile. Ad oggi, sono 93.187 i positivi nel Paese: 1.941 in più mentre ieri si erano registrati 2.972 nuovi casi. Un lieve calo dovuto anche ad un numero più basso di tamponi eseguiti. Per il terzo giorno cosecutivo scende il numero dei pazienti ricoverati in terapia intensiva: oggi sono 3.898, 79 meno di ieri. Ma resta stabile il dato sui ricoverati con sintomi che hanno raggiunto quota 28.976 persone (+27).

Ancora alto il numero delle vittime che, dopo la frenata di ieri, oggi torna a salire. Nelle ultime 24 ore sono morte 636 persone che portano il totale dei decessi a quota 16.523. Il numero totale dei guariti sale a 22.837 con un aumento di 1.022 persone (ieri erano guarite 819 persone). Dall'inizio della diffusione del virus cinese, il numero complessivo dei contagiati (comprese le vittime e i guariti) ha raggiunto quota 132.547 (3.599 persone in più rispetto a ieri). Sono questi i dati indicati dal capo della Protezione civile Angelo Borrelli nel corso della conferenza stampa quotidiana sull'emergenza coronavirus. Borrelli ha poi reso noto di aver firmato un'ordinanza che prevede l'istituzione di un fondo per "destinare provvidenze ai familiari dei sanitari deceduti in questa emergenza, alimentato dalla famiglia Della Valle".

"I dati di oggi ci confermano il trend che è in calo da qualche giorno. Conforta vedere un'efficace contenimento della diffusione dell'infezione. Da lunedì 30 marzo a oggi abbiamo oltre il 90% in meno della crescita dei ricoverati, da 409 a 27. In terapie intensive avevamo +75, oggi -79. Un trend un po' meno forte sui decessi, concentrati ancora per il 50% in Lombardia, ma su base settimanale vediamo una diminuzione superiore al 20%", ha dichiarato Luca Richeldi, primario di pneumologia al Gemelli e membro del comitato scientifico. "L'aver riscontrato questi effetti ci deve rafforzare nel mantenere queste misure. Non ci deve far ridurre il livello di allarme perché questi dati sono ancora allarmanti". Borrelli è poi interveuto sulla data della fase 2. "Quella che noi abbiamo a disposizione è quella del 13 aprile - ha spiegato il capo della Protezione civile -. Il Comitato tecnico scientifico sta facendo le sue valutazione ma poi spetterà al decisore politico e quindi al consiglio dei ministri e al presidente decidere data e modalità con cui si esplicherà la fase 2". Richeldi ha quindi aggiunto: "Le raccomandazioni del cts saranno tanto più precise quanto più dati saranno disponibili. I dati di trend sono estremamente importanti per capire l'andamento dell'epidemia. Non credo ci esprimeremo due ore prima, ma se la formulassimo oggi non terrebbero conto di quello che succederà da qui al 13".

"Il virus è un nemico invisibile che ci ha colpiti all'improvviso - ha dichiarato Borrelli rispondendo a chi gli chiedeva se si poteva fare di più per contenere l'epidemia - . C'è stato un periodo dove non siamo riusciti a verificare e adottare le misure che poi sono state perfezionate. Un lavoro immane da parte dei medici della Lombardia. Meglio di così non si poteva fare con la conoscenza e gli strumenti a disposizione". Era impossibile "fare di meglio e fare di più", ha aggiunto Richeldi.

Lombardia

"La situazione è in lento e costante miglioramento ma non si può abbassare la guardia. Il nostro sforzo sta dando i risultati, ma prepariamoci ad una Pasqua diversa, a casa", ha dichiarato l'assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, nel corso dell'aggiornamento quotidiano su Facebook sull'emergenza coronavirus. Dall'inizio della diffusione del virus cinese in Lombardia sono stati registrati 51.534 casi, con 1.089 positivi in più rispetto a ieri quando l'aumento sul giorno precedente era stato di 1.337. "Il numero di oggi è inferiore perché abbiamo processato meno tamponi", ha spiegato Gallera. I ricoverati sono 11.914, 95 in meno rispetto a ieri: "questo è un dato estremamente positivo". In terapia intensiva ci sono 1.343 pazienti, 26 in più rispetto, "ma non c'è più una pressione forte sulle terapie". Nelle ultime 24 ore in regione si sono registrati 297 decessi che portano il totale a 9.202 (ieri le vittime sono state 249). "Un dato in crescita rispetto a ieri, ma è comunque una crescita contenuta", ha continuato Gallera.

Nella provincia di Bergamo i casi di coronavirus sono arrivati a quota 9.815. Rispetto a ieri, la crescita è di 103 unità. A Brescia invece si sono accertati 137 nuovi casi e il totale è arrivato a 9.477. Nella provincia di Milano rallenta il contagio e il totale dei casi è arrivato a 11.538, con un incremento di 308 (ieri +411). Per quanto riguarda invece la città di Milano, i contagi sono saliti a quota 4.645 (+112, mentre ieri l'incremento era stato di 171). "Abbiamo una costante riduzione dei dati, ma non un crollo. Quindi non dobbiamo allentare la pressione. Non dobbiamo mollare e dobbiamo continuare a stare in casa", ha sottolineato l'assessore.

Lazio

"Oggi registriamo un dato di 151 casi di positività e si conferma il rallentamento del trend al 3,9%", ha spiegato l'assessore alla Sanità e l'Integrazione Sociosanitaria della Regione Lazio, Alessio D'Amato.

"Superata quota 50 mila tamponi effettuati da inizio emergenza - ha aggiunto l'assessore - e sono in continua crescita i guariti che salgono di 27 unità arrivando a 502 totali. Sono usciti dalla sorveglianza domiciliare in 12.684 e i decessi nelle ultime 24 ore sono stati 10".

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