Coronavirus

Coronavirus, a Milano crescono contagi e morti. Cosa succede?

I dati altalenanti su contagi e decessi mantiene ancora altissima l’allerta

Coronavirus, a Milano crescono contagi e morti. Cosa succede?

Raddoppiati i casi di positività al Coronaviurs mentre i decessi sono l'87% in più rispetto al 2019. A Milano la battaglia contro il Covid-19 è ancora in corso con numeri altalenanti su contagi e morti che mantengono alto lo stato di allerta e creano degli interrogativi alla politica e al mondo della ricerca.

Nel capoluogo lombardo i numeri dei contagi continuano ad oscillare e il grado di mortalità resta ancora alta, soprattutto tra le persone anziane. Il bollettino giornaliero parla, purtroppo, di 520 uovi casi di Coronavirus nella città metropolitana, di cui 262 nella sola Milano. Si tratta del doppio rispetto ai dati di venerdì, con un incremento di 269 persona risultate positive al Covid-19 in provincia e 127 persone in città.

"La provincia di Milano ha raggiunto i 13.268 casi di coronavirus, 520 più di ieri", ha dichiarato ieri, nell'ormai consueta diretta Facebook, l'assessore regionale al Walfer Giulio Gallera nel fare il punto sull'emergenza coronavirus: "Questo dato è il doppio rispetto a ieri. Milanesi non scherziamo, state in casa. La situazione di Milano necessita sempre di maggiore attenzione. Non c'è una netta riduzione dei casi". A Milano Città, invece i casi sono arrivati 5368, 262 in più (ieri era 127). "Come raddoppia in provincia, il dato raddoppia anche sulla città" ha sottolineato Gallera.

L'andamento del numero dei positivi e dei decessi a Milano incide in modo importante sull’intero andamento regionale. Secondo i dati ci sono 1.544 i nuovi casi in Lombardia che ha raggiunto, così, quota 57.592 persone. Tra queste 12.026 sono ricoverate anche se, fortunatamente, iniziano a svuotarsi i posti dei letti di terapia intensiva. Purtroppo aumentano i decessi che ora sono 10.511.

Facendo una proporzione tra il numero di decessi a Milano con lo stesso periodo del 2019, il tasso è cresciuto dell’87% dall’inizio dell’epidemia, come certificato dal terzo rapporto del Sistema nazionale di sorveglianza della mortalità giornaliera.

L’incremento è evidente soprattutto nelle fasce d’età tra i 75 e gli 84 anno e tra gli over 85. Nella sola Milano i grandi anziani morti tra il 28 marzo e il 3 aprile sono 361, contro i 294 della settimana precedente e, ad incidere sono i numerosissimi decessi che si stanno registrando in alcune residenze sanitarie assistenziali (Rsa). Su quanto sta accadendo la Procura sta indagando e la Regione ha istituito una commissione per approfondire il tema.

Altro problema, sottolineato dalla Federazione dei medici di medicina generale, è quello dei casi sommersi, che si sono curati o si stanno curando a casa ma non hanno un tampone che permetta di certificare l'inizio o la fine della contagiosità e rendendo queste persone potenzialmente pericolose per gli altri.

Commenti