Coronavirus

Coronavirus, oltre 10mila i morti in Italia

Il bollettino della Protezione civile sull'emergenza coronavirus: in calo il trend dei positivi (+3.651). I guariti sono 12.384 (+1.434)

Coronavirus, oltre 10mila i morti in Italia

Oltre 10mila vittime in Italia. Nelle ultime 24 ore sono morte 889 persone, un numero di poco inferiore rispetto a quello di ieri (969) che fa salire il totale dei deceduti a 10.023. Cala il numero dei nuovi positivi. Ad oggi, sono 70.065 i malati: 3.651 in più in sole 24 ore mentre ieri si erano registrati 4.401 nuovi casi.

È invece record di guariti: sono infatti 1.434 le persone senza più sintomi per un totale di 12.384. Dall'inizio della diffusione del coronavirus in Italia, 92.472 persone hanno contratto il Covid-19 (5.974 persone in più rispetto a ieri, contando anche morti e guariti). I pazienti ricoverati con sintomi sono 26.676; 3.856 sono in terapia intensiva (+124), mentre 39.533 sono in isolamento domiciliare fiduciario. Sono questi i dati riferiti dal capo della Protezione civile Angelo Borrelli nel corso della conferenza stampa quotidiana sull'emergenza coronavirus nel Paese.

"Ad oggi, sono 82 i pazienti trasferiti dalla Lombardia in altre Regioni, 7 più di ieri. Si tratta di 42 pazienti Covid e 40 non Covid", ha annunciato Borrelli spiegando anche "stamattina con un volo dell'aviazione tedesca sono stati trasferiti a Colonia sei pazienti che erano in rianimazione nell'ospedale di Bergamo". "Finora - ha poi aggiunto - sono stati donazioni sul conto corrente della Protezione civile oltre 61 milioni di euro, di cui 7,325 milioni sono stati spesi per l'acquisto di mascherine chirurgiche e un'altra parte, circa 7 milioni, per l'acquisto di 465 respiratori polmonari".

I decessi ad oggi hanno superato la soglia di 10 mila. Un numero elevato ma, ha commentato Borrelli, "se non fossero state adottate misure drastiche di contenimento, avremmo ben altri numeri e le strutture sanitarie già in condizioni critiche sarebbero in stato drammatico. Sarebbe stata una situazione insostenibile".

Quello degli aiuti alle famiglie in difficoltà "è un tema all'attenzione del governo, presto avrete notizie su come si intende affrontare la situazione. Noi come Protezione Civile siamo pronti come sempre a fare la nostra parte e a distribuire pacchi alimentari se necessario", ha confermato Borrelli sostenendo che l'esecutivo è pronto a intervenire nei Comuni più colpiti dall'emergenza.

Per quanto riguarda il ritorno alla normalità, "credo ci debba essere un'attenta riflessione perché il Paese è fermo - ha spiegato il capo della Protezione civile -. Presto saranno prese ulteriori decisioni, siamo vicini alla fatidica data del Dpcm che dovrà uscire. Il governo prenderà le sue decisioni sulla base di una valutazione tecnica del comitato scientifico. Io penso che le politiche che stiamo adottando sono coerenti con le esigenze, sono in linea con l'esigenza di garantire la gestione dell'azione di contrasto al virus".

Lombardia

"I dati di oggi sono migliori rispetto a quelli di ieri, tranne uno che continua a salire: le persone positive sono 39.415 (+2.117). Gli ospedalizzati sono 11.152, solo 15 in più rispetto a ieri. I pazienti in terapia intensiva sono arrivati a 1.319 (+27). I dimessi aumentano: 961 oggi sono arrivati a 9mila. Il dato sulle vittime è in linea con quello di ieri: sono 542 i morti di oggi e arriviamo a un totale di 5.944". Lo ha dichiarato l'assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, nel corso dell'aggiornamento quotidiano su Facebook sull'emergenza coronavirus.

Per quanto riguarda le province, a Bergamo i casi di coronavirus sono arrivati a quota 8.349 (+289, mentre ieri erano stati 602). Nella provincia di Brescia, invece si sono accertati 373 nuovi casi e il totale è arrivato a 7.678. In provincia di Milano il totale dei casi positivi è di 7.783, "314 più di ieri, quando però questo dato era di 547", ha sottolineato l'assessore. A Milano città, invece, i casi totali hanno raggiunto i 3.159 casi, con una crescita in 24 ore di 150 pazienti (ieri erano +261).

Gallera è poi intervenuto sul tema dei tamponi. "Voglio fare chiarezza definitiva - ha spiegato -: per noi i punti di riferimento sono l'Istituto superiore di Sanità e il Consiglio superiore di Sanità. All'inizio avevamo fatto un utilizzo ampio. Poi dal 26 febbraio il Consiglio ha detto di farli solo ai sintomatici e pochi giorni fa l'Oms lo ha ribadito: vanno fatti solo a fasce mirate. Quindi non possiamo né abbiamo intenzione di fare tamponi a tappeto. Il 20 febbraio comunque avevamo 3 laboratori che processavano tamponi, siamo arrivati ad averne 22, con una capacità giornaliera di 5mila tamponi. Sono il maggior numero rispetto a tutte le regioni, e siamo arrivati oggi a 102mila: abbiamo fatto più tamponi di tutti".

Lazio

"Oggi registriamo un dato di 210 casi di positività e un trend che si conferma sotto al 10% per il secondo giorno consecutivo. Non bisogna abbassare la guardia, dobbiamo assolutamente continuare nelle misure di contenimento e nella più alta sorveglianza delle strutture per anziani che oggi rappresentano la vera frontiera dell'epidemia nella nostra regione", ha dichiarato l'assessore alla Sanità e l'Integrazione Sociosanitaria della Regione Lazio, Alessio D'Amato. "Continuano ad essere in aumento i guariti che nelle ultime 24 ore salgono di 36 unità arrivando a 200 totali. Sono usciti dalla sorveglianza domiciliare in 7.

491 e si dimezzano i decessi che sono 6", ha sottolineato D'Amato.

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