Coronavirus

Coronavirus, operatrice socio sanitaria muore a 36 anni

Muore, a 36 anni, un'operatrice socio sanitaria impegnata in una casa di cura per anziani. Dall'inizio dell'epidemia sono 12.681 gli operatori positivi al Covid-19

Coronavirus, operatrice socio sanitaria muore a 36 anni

Morire a 36 anni in trincea contro il coronavirus. È il triste epilogo che ha travolto Anna Caracciolo, una operatrice socio sanitaria operativa presso Villa Margherita, casa di cura per anziani nel Modenese. La giovane era risultata positiva al Covid-19 e dal 6 aprile era ricoverata in terapia intensiva, dove ha trascorso i suoi ultimi giorni di vita.

A dare comunicazione della tragica scomparsa è la Fp-Cgil di Modena, della quale la 36enne era rappresentante sindacale. Nella nota, Anna viene descritta come una coraggiosa attivista per i diritti dei lavoratori, sempre in prima linea sul fronte politico. "Era una dei dieci operatori contagiati della residenza per anziani Villa Margherita di Modena. Ha lottato per oltre un mese, ma alla fine non ce l'ha fatta", scrive il sindacato. Poi un ricordo della propria delegata. "Anna è stata una delle principali protagoniste della vertenza sindacale per l'applicazione di un Ccnl - ha sottolineato la Fp-Cgil - che garantisse i diritti per i lavoratori e, principalmente, il trattamento pieno per la malattia".

Un messaggio di cordoglio è stato espresso anche dalla Cgil Emilia Romagna e dalla Funzione pubblica Cgil regionale. "La nostra vicinanza - scrivono in un comunicato congiunto - va anche alle colleghe ed ai colleghi di Anna, al loro dolore per la sua scomparsa e alla preoccupazione per i nove colleghi positivi e i cinque in malattia con sintomi preoccupanti. Questo decesso mette in risalto come nelle strutture residenziali per anziani vivano i soggetti più fragili ed esposti al virus, cioè gli ospiti, e come le lavoratrici e i lavoratori di questi servizi rischino ogni giorno la propria salute, propri ocome chi opera in sanità. E purtroppo, è in continuo aumento il dato regionale di pazienti e operatori contagiati". Per il sindacato "è necessario rafforzare in queste strutture la messa in sicurezza degli operatori che non sono stati abituati a lavorare in situazioni di emergenza sanitaria, ed è al contempo necessario assumere infermieri, oltre a rafforzare gli interventi organizzativi che impediscano il contagio".

Un bollettino di guerra in aggiornamento continuo quello che coinvolge medici, infermieri e maestranze varie impegnate al fronte Covid-19. Alla data dell'8 aprile, sono già 95 i medici deceduti, 26 gli infermieri morti e 6.549 i positivi. Complessivamente gli operatori sanitari contagiati sono 12.681, dei quali anche tecnici di laboratorio, autisti delle ambulanze e ausiliari. Proprio ieri la Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche (Fnopi) ha sottolineato come il numero di positivi tra gli infermieri sia pari ad un terzo dei contagiati totali nello stesso periodo di tempo, indicando che si tratta della categoria sanitaria più a rischio. "Stanno pagando un prezzo altissimo - ha affermato la presidente Fnopi Barbara Mangiacavalli - Gli infermieri restano più a lungo accanto al paziente e fanno turni anche di 12 ore ciascuno, che rendono molto più elevate le possibilità di contagio".

A tal proposito, il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli, ha rivolto un appello al ministro della Salute e al premier Giuseppe Conte affinché gli operatori "non siano più lasciati soli a combattere contro il virus e a vicariare nelle falle del Servizio Sanitario Nazionale".

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