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Coronavirus, come saranno i luoghi di lavoro nell'uscita dal virus

Oltre alle app di tracciamento per i telefonini si pensa a sensori di distanziamento dei lavoratori e una riorganizzazione degli spazi di lavoro

Coronavirus, come saranno i luoghi di lavoro nell'uscita dal virus

Nella discussione sulla riapertura delle attività produttive uno dei temi ricorrenti è, certamente, quello della messa in sicurezza dei lavoratori. È possibile che si debba convivere a lungo con il Covid-19 e, pertanto, andranno trovate soluzioni organizzative in grado di consentire la progressiva ripresa delle attività professionali senza creare condizioni di eventuali nuovi contagi sul luogo di lavoro.

Così, mentre si parla di app per i tracciamenti, si dovrà iniziare a pensare anche ad una riorganizzazione complessiva di uffici, fabbriche e attivia commerciali rispetto a quelli a cui eravamo abituati. Così, oprattutto per i luoghi di lavoro ad alta densità e che presuppone l'utilizzo di macchinari, gira l'ipotesi di adottare strumenti in grado di segnalare, ad esempio, il rispetto delle distanze di sicurezza tra lavoratori, garantendo la protezione del personale e l'efficacia produttiva. Tra le soluzioni possibili quelli di braccialetti in grado di segnalare la distanza di sicurezza sul luogo di lavoro. Potrebbe trattarsi di dispositivi indossabili, come gli orologi, in grado di definire la distanza di prossimità massima e lanciando l'allarme quando la distanza di sicurezza tra due lavoratori dotati del dispositivo non venisse rispettata.

Queste soluzioni elettroniche saranno necessarie, soprattutto per i datori di lavoro, considerando che di recente, il Ministero della Salute in una circolare ha ricordato che la responsabilità di tutela del rischio biologico è in capo proprio al datore di lavoro, anche avvalendosi della collaborazione del Medico competente, del Responsabile del Servizio di Protezione Prevenzione e del Rappresentante dei Lavoratori.

Ma ad essere ripensata sarà l'intera ergonomia dei luoghi di lavoro, sia pubblici che privati. Ad esempio, in funzione della cubatura dovranno essere rimodulate le postazioni e andranno rivisti tutti gli open space le cui singole postazioni operative occupano circa un minimo di 4,5 Mq. Andranno ridefinite, dunque, le distanze fisiche negli spazi di lavoro e la distribuzione degli strumenti utilizzati.

Andranno organizzate nuove soluzione per agevolare e mettere in sicurezza l'ingresso e l'uscita dal lavoro di dipendenti, collaboratori, visitatori, a partire dal controllo di eventuali ascensori. Poi, su base volontaria o forse per obbligo, dovranno essere utilizzati dispositivi di protezione individuale, tra cui le mascherine e i guanti.

Non si può escludere che la durata dello smart working possa essere prorogata, quanto meno per quelle attività che possono essere svolte agevolmente da remoto, mentre la pausa caffè non potrà essere, di certo, come nella sit di qualche anno fa.

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