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Coronavirus, studio genetico spiega perché colpisce di più gli uomini

Un studio condotto da una genetista dell'Università di Melbourne individua nella coppia di cromosomi XY possibili spiegazioni dell'elevato numero di decessi negli uomini per Covid-19

Coronavirus, studio genetico spiega perché colpisce di più gli uomini

Il coronavirus continua a mietere ogni giorno un numero vertiginoso di vittime contando, alla data del 22 aprile 2020, 169.006 decessi in tutto il mondo dall'inizio dell'epidemia (stima diffusa dall'Organizzazione Mondiale della Sanità). A farne le spese, sono soprattutto gli uomini che, ad oggi, rappresentano la porzione di popolazione più colpita (61% per il rapporto stilato da Global Health).

Tante e svariate le ipotesi formulate dagli scienziati che spiegherebbero la drammatica incidenza del tasso di mortalità sulle persone di genere maschile ma, al momento, non è ancora possibile fornire riscontri chiari e inconfutabili al riguardo. Colpa degli ormoni o di un sistema immunitario meno efficiente? C'entra il diabete o il consumo elevato di nicotina? Per uno studio australiano la risposta potrebbe essere contenuta nel patrimonio genetico e, nello specifico, in quello sessuale.

Gli uomini, a differenza delle donne, sono portatori di una coppia eteromorfa di cromosomi (cariotipo 46, XY) dove il valore y contiene una sequenza ripetitiva del gene SYR che, in fase embroniale, fornisce istruzioni per la produzione della proteina determinante il sesso dell'individuo. Nelle persone di genere femminile, invece, il cromosoma X comprende più di 1000 geni con funzioni di ogni sorta tra cui il metabolismo di routine, la coagulazione del sangue e lo sviluppo del cervello. Inoltre, esso può fornire informazioni copia del suo 'gemello'.

Secondo uno studio condotto da una genetista dell'Università La Trobe di Melbourne, pubblicato sul sito sciencealert.com, è possibile che il valore y perda la sua regolazione durante la crescita e, in assenza di un 'backup cromosomico' uguale, non fornisca informazioni sulla mutazione eventuale di un gene. Ciò comporta un invecchiamento più precoce degli uomini che, pertanto, sarebbero anche più sensibili alle infezioni virali. Al contrario, le donne hanno il vantaggio di due diverse versioni per ciascun gene, motivo per cui possono attingere ai dati copia 'di riserva'. Ma non è tutto.

Un'altra differenza sostanziale tra individui di genere maschile e quelli di sesso femminile è riscontrabile nella diversa effecienza del sistema immunitario. Esistono almeno 60 geni di risposta immunitaria sul cromosoma X, pertanto, è probabile che una dose più elevata di queste unità ereditarie dia alle donne uno spettro più ampio di difese. Dunque, una maggiore disponibilità di scelta potrebbe garantire un vantaggio quando si tratta di suscettibilità alle infezioni virali e spiegherebbe il motivo per cui gli uomini sono più sensibili ai virus, tra cui SARS e MERS. Ovviamente, la genetica non è sufficiente a chiarire l'elevato tasso di mortalità per il coronavirus sulla popolazione di sesso maschile.

Genny Graves, autrice dell'approfondimento, afferma in conclusione dell'analisi che il "pregiudizio sessuale nei decessi COVID-19 fa parte di un quadro molto più ampio - e un molto più antico - delle differenze sessuali nei geni, cromosomi e ormoni che portano a risposte molto diverse a tutti i tipi di malattia, incluso COVID-19".

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