Negli ultimi giorni la curva dei contagi si è abbassata e i decessi sono gradualmente diminuiti. In ogni caso prima di sconfiggere il nuovo coronavirus sarà necessario pazientare ancora un po' di tempo.
A detta di Guido Silvestri, capo dipartimento di Patologia alla Emory University di Atlanta, nonché direttore della Divisione di Microbiologia e Immunologia allo Yerkes National Primate Research Center, il momento fatidico potrebbe arrivare con ogni probabilità in estate.
Intervistato dal quotidiano Il Messaggero, Silvestri è sicuro della vittoria finale: "Il nuovo coronavirus, tra i virus, non è nemmeno nella lista dei peggiori, lo sconfiggeremo. Dobbiamo aspettarci una tregua nell' aggressività del contagio durante la stagione estiva".
Tre sono le armi che stanno indebolendo il Covid-19: l'isolamento, l'immunità naturale e l'arrivo della bella stagione. Certo, Silvestri ha voluto chiarire una questione fondamentale. Una volta abbattuta la curva epidemiologica "non bisognerà cantare vittoria e mettersi a fare la cicale, ma si dovrà definire la migliore strategia per gestire la transizione pandemia".
Nei prossimi mesi il virus "farà ancora molti morti", ma nel frattempo la ricerca scientifica va avanti e presto il nemico invisibile sarà sconfitto "dalla nostra capacità di studiarlo e neutralizzarlo". "Abbiamo a disposizione un armamentario scientifico e tecnologico senza precedenti che abbiamo scatenato contro questo virus. Ci vorrà del tempo – ha aggiunto il professore - ma molto meno di quello che sarebbe servito in ogni altra epoca della storia umana".
"Il nuovo coronavirus non vincerà"
Il nuovo coronavirus, nonostante i danni che ha fatto e continuerà a fare, non è neppure così terribile se paragonato ad altri suoi "colleghi": "Infatti non è capace di nascondersi nel nostro Dna, come invece fa HIV, né è capace di mutare rapidamente per evadere la nostra risposta immunitaria. Sta facendo molti danni adesso, perché è nuovo e ci ha trovati biologicamente impreparati, ma nel lungo termine è senza speranza".
In attesa dei vaccini, Silvestri ha spiegato che gli scienziati stanno "sviluppando e sperimentando farmaci capaci di inibire direttamente la replicazione del virus e farmaci capaci di ridurre gli effetti collaterali della reazione infiammatoria dell'ospite".
Per quanto riguarda l'evolversi dell'epidemia, l'innalzamento delle temperature potrebbe aiutare e non poco nella battaglia contro il Covid-19: "Si moltiplicano i segnali secondo cui Covid-19 è meno contagiosa ed anche meno letale dove fa più caldo.
Ai dati di Sud-Est Asiatico, Africa, Paesi del Golfo, America Centrale e Caraibi fa riscontro il marcato gradiente di mortalità Nord-Sud che si riscontra in Italia, in Spagna e qui in America, dove l' 80 per cento dei morti si contano negli stati più a Nord".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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