Cronache

Corso di grammatica per gli studenti universitari. Ma non sarebbe meglio bocciare di più a scuola?

Sempre più universitari ignorano l'italiano. La Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Pisa corre ai ripari

Dante Alighieri (Wikipedia)
Dante Alighieri (Wikipedia)

Possibile prendere la laurea facendo regolarmente gravi errori di grammatica? A quanto pare sì, il numero di studenti che arriva all'università, supera gli esami e poi si cimenta con la tesi, infarcendola di errori, è sempre più alto. La colpa, evidentemente, è di una scuola di manica troppo larga. Non ci sono altre spiegazioni. Ora qualcuno vuole correre ai ripari. Dal prossimo anno accademico nel corso di laurea di Giurisprudenza dell'università di Pisa si terrà un corso per aiutare gli studenti a scrivere (e a non fare errori, più o meno grossolani). Il corso, come rivela La Nazione, sarà tenuto dalla professoressa Eleonora Sirsi. È lei a spiegare che "i ragazzi non sanno più scrivere". Gli svarioni più gettonati? "Errori di grammatica, punteggiatura a caso, frasi senza soggetto, incidentali che non si concludono. I giovani - spiega la professoressa - hanno difficoltà grammaticali e sintattiche. In consiglio di dipartimento ogni tanto la questione esce fuori: la preparazione linguistica dovrebbe essere “risolta” nei cicli scolastici, ma non è così".

Il cattivo uso della lingua italiana va ad inquinare tutto:"Nelle tesi o negli atti giuridici e amministrativi capita sempre più spesso di imbattersi in errori e approssimazioni che testimoniano un livello di competenza basso" . E ogni anno che passa va sempre peggio. "Abbiamo un’intera generazione di docenti - prosegue la docente universitaria - con una preparazione di tipo letterario. Non hanno studiato la grammatica".

Una cosa è certa: "La lingua è viva e si evolve. Con la tecnologia si scrive molto di più ma lo si fa male". La colpa, dunque, un po' è anche di computer, smartphone e internet. Ma soprattutto della scarsa pratica: "Gli studenti - rileva la professoressa - per 4-5 anni non scrivono. Nelle università europee (a esempio in Germania) sono invece abituati ad affrontare esami scritti. Qualche collega ha provato a proporre compitini, ma i tentativi di solito sono disastrosi".

Consapevoli del fatto che riformare la scuola è impresa assai difficile, un gruppo di docenti universitari del dipartimento di giurisprudenza e i rappresentanti della Scuola di specializzazione per le professioni legali e della Scuola di formazione forense (Fondazione Alto Tirreno) hanno deciso di rimboccarsi le maniche. Il corso "sarà a scelta libera e darà diritto a tre crediti. Analizzeremo i testi giuridici - spiega la Sirsi - individuando errori e improprietà".

Ma il vero obiettivo, come ammette la professoressa, è questo: "Lanciare un allarme. Questa iniziativa può servire a sollecitare il governo a intervenire".

Prima che sia troppo tardi.

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