Coronavirus

La nostra vita appesa agli algoritmi: cinque indicatori da rispettare

Il sistema di monitoraggio riguarderà le probabilità di una crescita dei positivi e l'impatto del virus: la prima valutazione sarà effettuata l'11 maggio

La nostra vita appesa agli algoritmi: cinque indicatori da rispettare

La fase 2 dell'emergenza Coronavirus che sta colpendo l'Italia si prepara a entrare nel vivo: a partire da lunedì 4 maggio prenderanno il via gli allentamenti decisi dal governo per quanto riguarda gli spostamenti verso i congiunti. A subire una variazione sarà anche il modulo dell'autocertificazione, che dovrà essere compilato seguendo 4 regole ben precise: su tutte bisognerà pecificare nello spazio "a questo riguardo dichiara che..." che si tratta di una visita a un "congiunto", inserendo soltanto il grado di parentela ma non l'identità per motivi di privacy. Le nostre vite in realtà saranno regolate dagli algoritmi che verranno impiegati nel corso di questo delicato periodo di graduale ripartenza, al fine di valutare l'andamento dell'epidemia. Nella bozza presentata ieri in Consiglio dei ministri ne sono stati indicati due: il Ministero della Salute sta ultimando il sistema di monitoraggio.

Uno riguarda le probabilità di una crescita dei positivi ed è incentrato su tre pilastri chiave: il riscontro di nuovi casi nella Regione negli ultimi 5 giorni, l'evidenza di un aumento di trasmissione e l'evidenza di trasmissione diffusa nella Regione non gestibile in modo efficace con misure locali. La probabilità è ritenuta "alta" se il terzo quesito sarà affermativo: a quel punto bisognerà stabilire zone rosse o divieti. Se invece le tre domande risultano negative, la probabilità sarà "bassa o moderata". L'altro fa riferimento all'impatto del virus: si dovrà verificare se negli ultimi 5 giorni nella Regione sono stati segnalati dei casi in soggetti di età maggiore di 50 anni, se vi sono segnali di sovraccarico dei servizi sanitari e se si è riscontrata un'evidenza di nuovi focolai negli ultimi 7 giorni in Rsa, case di riposo o altri luoghi che ospitino popolazioni vulnerabili. L'impatto si giudica "alto" se il terzo fattore risulta affermativo: in tal caso si dovranno prendere delle misure specifiche. Se tutte le domande hanno risposta negativa, l'impatto viene ritenuto tra "basso e moderato".

Il monitoraggio

Per avere un quadro preciso della situazione bisognerà aspettare 7 giorni dopo le riaperture: come riportato dal Corriere della Sera, il primo bilancio verrà effettuato l'11 maggio. Sarà cruciale misurare l'andamento del contagio: è stato stabilito che scatterà lo stato di allerta qualora ci dovesse essere una "evidenza di nuovi focolai negli ultimi 7 giorni in particolare se in RSA/case di riposo/ospedali o altri luoghi che ospitino popolazioni vulnerabili". Si dovrà invece tornare al vero e proprio lockdown se la presenza di nuovi focolai nella Regione dovesse richiedere "una valutazione del rischio ad hoc che definisca qualora nella Regione vi sia una trasmissione sostenuta e diffusa".

"Stabilità di trasmissione del virus; servizi sanitari non sovraccarichi; attività di readiness (dunque essere preparati a intervenire se c’è rischio); abilità di testare tempestivamente tutti i casi sospetti; possibilità di garantire adeguate risorse per contact-tracing (monitoraggio dei "positivi"); isolamento e quarantena": sono questi gli indicatori che consentiranno di stabilire se una Regione è in linea con i parametri.

I governatori si troveranno costretti a tornare nella fase 1 se il proprio territorio non dovesse possedere tali requisiti.

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